Gli insulti alla cronista
Un caso nazionale

Solidarietà di Ordine dei giornalisti, sindacato e Gruppo cronisti. Pure le estetiste contro Gianattasio dopo l'attacco allla collega della Provincia Gisella Roncoroni

COMO Prima il Gruppo cronisti lombardi e l'Associazione lombarda giornalisti. Poi l'Ordine dei giornalisti della lombardia. Due note, rilanciate dall'agenzia Ansa alle 14.25 e alle 17.04 di ieri, hanno trasformato gli insulti a Gisella Roncoroni in un caso nazionale. La cronista de La Provincia, autrice con il collega Michele Sada di un articolo contenente le pagelle ai consiglieri comunali, era stata attaccata lunedì sera, nell'aula di PalazzoCernezzi, da Augusto Giannattasio. L'esponente del Pdl ne ha storpiato il cognome chiamandola «Roncoglioni», l'ha accusata di non essere una giornalista (è professionista dal 2007 e nel 2009 ha visto il premio Cronista dell'anno) e ha chiuso invitandola a cambiare mestiere: «Può fare l'estetista. C'è un posto, glielo trovo io, anche in Svizzera». Parole che hanno lasciato di stucco tutti i presenti. Tanto che, l'indomani, molti esponenti del Pdl hanno criticato con fermezza Giannattasio. Anche le donne che siedono in consiglio comunale prendono posizione contro Augusto Giannattasio. Roberta Marzorati (lista per Como) afferma: «Sono rimasta scioccata di fronte a questa persona che si esprimeva in modo volgare, offendendo la donna oltre che la giornalista. In aula vicino a me c'erano alcuni cittadini e mi hanno detto: “Questo è il consiglio comunale? Che vergogna!”. Ero davvero sconvolta - prosegue Marzorati - e mi dispiace di non aver avuto la prontezza di rispondere a Giannattasio. È stato il peggio del peggio. Quei riferimenti volgari mi hanno fatto stare veramente male, non si può offendere così una persona, ho sentito parole indegna. Si è superata la misura e ho trovato immorale anche il silenzio da parte del sindaco e del presidente del consiglio». Veronica Airoldi, vicecapogruppo del Pdl, rimarca: «In passato sono usciti articoli poco lusinghieri nei miei confronti, ma non ho mai risposto e non avrei mai detto certe cose. Giannattasio è andato assolutamente sopra le righe. In consiglio bisogna darsi una regolata, serve un comportamento adeguato al luogo». E Silvia Magni (Pd) aggiunge: «Ho trovato disgustoso quel modo di esprimersi, ci sono state offese gratuite e toni inaccettabili. Non si può usare un linguaggio del genere, il presidente Pastore avrebbe dovuto richiamare subito Giannattasio». Anche gli assessori Anna Veronelli ed Etta Sosio avevano stigmatizzato l'accaduto. «Alzando i toni si passa sempre dalla parte del torto, il rispetto non può mai venir meno», aveva detto la prima. E la Sosio: «Non si prende nessuno a male parole».

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