Como rischia lo scippo
del Giro di Lombardia

In bilico l'edizione 2011 della classica di fine stagione. Duello Formigoni-Lega. Il patron canturino: «Qui al 51%»

COMO - Como rischia di vedersi scippare la classica di fine stagione del calendario ciclistico internazionale. Ma oltre al danno, dietro l'angolo, c'è anche il timore della beffa. Il Giro di Lombardia, infatti, non traslocherà a Brescia, come sembrava in un primo tempo. Ma rischia di finire - già a ottobre - sull'altro ramo del Lario. Sì, proprio a Lecco. La città manzoniana, forte del sostegno di Roberto Formigoni, punta apertamente all'abbinata Lombardia-Giro d'Italia. Il "Comitato lecchese per il grande ciclismo", costituito due giorni fa al Coni e presieduto dal consigliere regionale Carlo Spreafico ha infatti come scopo dichiarato quello di «candidare Lecco per l'arrivo e la partenza di una tappa del Giro d'Italia 2012». L'idea è quella di una cronoscalata dal lungolago manzoniano fino al Piano dei Resinelli (16 chilometri di quelli tosti).
Fin qui nulla da eccepire. Il problema è che il Comitato punta ad assicurare a Lecco per due anni consecutivi - anzi, lo dà già per fatto nel 2011 e nel 2012 - l'arrivo del Giro di Lombardia. La notizia della sfida ha scosso l'altro ramo del lago fino all'ultimo campanile e, in particolare, l'associazione "Cento Cantù", che dal 2004 organizza l'arrivo sul lungolago comasco. La contromossa è stata istantanea: ieri una delegazione guidata da Paolo Frigerio (fondatore di "Cento Cantù") si è presentata a Morbegno. Formalmente per assistere alla partenza della 18ª tappa del Giro d'Italia. In pratica, come ha ammesso lo stesso Frigerio, per incontrare Angelo Zomegnan (patron del Giro e responsabile delle iniziative Rcs) e «far valere il nostro peso», anche davanti a un buon piatto di pizzoccheri. Al termine del faccia a faccia Frigerio sembrava ottimista. «Il rischio di perdere il Lombardia già da quest'anno esiste, inutile nasconderlo, ma ci stiamo dando da fare perché ciò non avvenga». Frigerio, da parte sua, ha smentito decisamente che il problema sia di natura economica: «Provincia, Comune, Regione e Camera di Commercio ci hanno sempre garantito il massimo appoggio e di questo li ringrazio pubblicamente. Anche questa volta non dovrebbero esserci problemi di sorta. Il problema, semmai, è di natura politica». Il fondatore di "Cento Cantù" non fa mai il nome del governatore Formigoni che, guarda caso, è lecchese di nascita. «Questa è una vostra interpretazione e io non ho intenzione di far polemica con nessuno», taglia corto. «Quello che mi sta a cuore è che l'arrivo del Lombardia rimanga a Como e, a fronte di una concorrenza forte e qualificata (Zomegnan vuole a tutti i costi il Ghisallo nel finale, che però è compatibile anche con un arrivo a Lecco, ndr), posso assicurare che il presidente della Provincia, Leonardo Carioni, si sta battendo come un leone con il sostegno dei vertici della Lega». Frigerio, per una questione di "par condicio", non fa nemmeno il nome di Umberto Bossi, ma è chiaro che la partita si sta giocando ai massimi livelli, anche perché mantenere l'arrivo a Como è importantissimo per i lumbard alla vigilia delle amministrative 2012, che vedranno al voto la Provincia, il capoluogo e altri Comuni strategici come Cantù ed Erba. L'appuntamento elettorale, per Como, rappresenta certamente un'assicurazione sulla vita. Ma ci sono altri segnali importanti che fanno capire che l'avventura di "Cento Cantù" - associazione nata nel 2002 per festeggiare i cent'anni dello storico C.C. Canturino - con il Giro di Lombardia non è definitivamente compromessa.
Il primo indizio viene da un elemento concreto: per sabato 15 ottobre è già stata prenotata Villa Olmo, che farà (o dovrebbe fare) da cornice all'arrivo del Lombardia. Il secondo indizio, invece, è racchiuso nella dichiarazione di Frigerio al termine dell'incontro con Zomegnan che, non dimentichiamolo, è suo amico personale e ha vissuto 15 anni proprio a Cantù: «Mi onoro di rappresentare un'associazione che dal 2004 ha riportato l'arrivo a Como (la corsa terminava a Bergamo, ndr) dopo una parentesi di 18 anni. Il mio auspicio è che anche quest'anno le sponde del lago, rigorosamente quelle comasche, possano fare da cornice allo sprint finale della 105ª edizione». Il terzo indizio, infine, viene da un pronostico secco: «Ad oggi direi 51% Como e 49% Lecco». Prudente e scaramantico, si spera, ma che sposta comunque l'ago della bilancia su quel ramo del lago di Como che non volge a mezzogiorno.
Emilio Frigerio
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