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Martedì 31 Maggio 2011
«Non mi sento un eroe
L'avrebbe fatto chiunque»
«Si è tuffata come un angelo. All'inizio non volevo crederci. Ma quando ho visto la bambina nell'acqua, a pancia in giù che si dimenava, ho avuto paura. Ho visto che l'acqua era bassissima, sono esperto del lago. Ma ho pensato, al massimo mi spacco una gamba. Ho agito d'istinto, l'ho fatto con il cuore. Mi sono tuffato». E la gamba se l'è spaccata davvero. Ma Vanessa, 2 anni, Francesco Tajana l'ha salvata. Ora tutti lo chiamano eroe ma lui, che ha 23 anni soltanto, dice: «Se non mi fossi tuffato io, si sarebbe tuffato qualcun altro»
Prima l'ha raccontata solo ai suoi genitori, la storia del suo salvataggio a Villa Olmo perché lui sul giornale non voleva neanche andare. Poi però ha scoperto che non si può perché in un mondo in cui la gente, di solito, gira la testa dall'altra parte se vede qualcuno a terra o assiste a qualcosa che potrebbe metterlo nei guai, un ragazzo di 23 anni che salva una bambina senza preoccuparsi della propria incolumità è un eroe che va celebrato. Allora poi si lascia convincere a raccontarla anche agli altri, la storia.«Ma facciamo che è l'ultima puntata, promesso?». Promesso. Francesco è un ragazzo discreto, che studia Agraria a Milano e non ama la pubblicità: «Io non mi sento un eroe. Se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto qualcun altro. Sono sicuro che qualcuno si sarebbe tuffato».
Ma intanto il perone rotto ce l'ha lui. Ieri è stato tutto il giorno al Galeazzi di Milano. Dovrà essere operato perché ha una frattura scomposta che richiede un intervento chirurgico e cure di specialisti. Appena rientrato a casa a Grandate, racconta come è andata sabato a Villa Olmo. «Ero seduto sulla panchina, con la mia ragazza. Abbiamo visto la bambina che correva velocissima verso il muretto. Sua mamma dietro le gridava di fermarsi. Ma Vanessa è stata rapidisissima si è arrampicata sul muretto non ha neanche guardato l'acqua, si è lanciata come un angelo con le braccia aperte. Sembrava la scena di un film. Ci siamo affacciati al muretto, c'era altra gente. La mamma gridava. Ho visto la bambina a pancia in giù. Ho pensato che potesse affogare. Sono saltato giù. L'ho presa in braccio. All'inizio non ho sentito niente. Ma quando sono tornato verso riva non riuscivo più ad appoggiare la gamba». Francesco vuole ringraziare Giorgio Porta e Gianfranco Leoncini, del nucleo protezione civile Aereo club Como che l'hanno soccorso. I vigili del fuoco, il personale del 118, della Croce azzurra e anche il papà di Vanessa. «È gentilissimo, mi sta vicino, mi ha ringraziato e si informa sempre su come sto».
Francesco è figlio dell'architetto Lorenzo Tajana che ha lo studio a Como in via Torriani.
«Sono orgoglioso e lusingato di avere un figlio così - dice il padre -. Ha dimostrato grande senso civico facendo un gesto coraggioso secondo i principi con i quali io e sua mamma abbiamo cresciuto i nostri figli, meravigliosi entrambi. Sono fiero di lui. Non ci ha pensato un attimo e si è tuffato». Aveva anche i pantaloni nuovi di pacca, tagliati dai soccorritori per curare la gamba. Ma ora glieli ricompreranno. L'eroe del giorno però ora ha un solo pensiero: «Per un po' non mi mettete più sul giornale. Va bene?». Va bene.
Anna Savini
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