Inverigo: Castello Crivelli
"avvolto" dal degrado

Il gruppo "L'Orrido"  chiede a istituzioni e a gruppi privati interventi urgenti per salvaguardare un importante bene storico che rischia un'irreversibile fase di declino

INVERIGO Anche il glicine che fiorisce diventa segno funesto se in ballo c'è un bene storico abbandonato a se stesso. Il castrum, la parte più antica di Castello Crivelli, il cui degrado è tale da aver spinto l'associazione «L'Orrido» a prendere carta e penna e scrivere a chi di dovere. Il neosindaco Angelo Riboldi, il parco Valle Lambro, la Soprintendenza ai beni architettonici, su fino al ministero ai Beni culturali. E poi la Agritrade, la società che sta attuando il piano di recupero del pregiato comparto, la convenzione del 2000 con la quale - che prevedeva che l'operatore realizzasse entro cinque anni una serie di opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri - è stata recentemente prorogata dall'amministrazione comunale fino al 2015. Si dicono molto preoccupati i volontari de L'Orrido, perché percorrendo via  Crivelli verso via Pretorio è possibile notare dall'esterno la precarietà delle strutture del castrum «ed è presumibile che l'interno sia in una situazione analoga o ancora peggiore», si sottolinea. Il castrum, si ricorda, là dove nel '700, si amministrava la giustizia per una popolazione che si estendeva da Varedo ad Asso, è inghiottito dalla vegetazione e «l'aggressione dei rampicanti - spiega la lettera - che hanno raggiunto notevoli dimensioni, verso i muri delle carceri, della garitta e del ponte, potrebbe causare, anche a breve, ulteriori crolli che hanno già avuto inizio. Cosa resterà di un luogo che ha avuto nella storia un ruolo pubblico importante per un territorio ben più vasto del nostro paese?». Per questo il sodalizio chiede di intervenire quanto prima: «Invitiamo in  modo pressante tutte le persone, le autorità e le istituzioni a mettere in atto, secondo le loro competenze, in tempi brevi, gli interventi necessari per fermare il degrado prima che sia troppo tardi: si tratta di evitare il rischio di perdere un importante bene storico, il cui degrado può anche comportare problemi di sicurezza. Già in altri luoghi di Inverigo, le cascine della Valle, abbiamo potuto constatare come la vegetazione lasciata crescere fuori posto distrugga irrimediabilmente le costruzioni». Anche perché,  proprio in virtù della convenzione in essere tra privato e Comune, gran parte di questa porzione del castello dovrebbe diventare di proprietà comunale, motivo in più per spingere gli amministratori a un ancora maggior interesse alla sua conservazione. Meglio poi se le parti cedute alla collettività venissero incrementate, comprendendo anche «la garitta e il ponte che dal carcere conduce al Pretorio, proprio per il loro significato e per il valore di documentazione di una parte essenziale della storia lombarda».

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Eco di Bergamo Inverigo, villa Crivelli