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Lunedì 06 Giugno 2011
Università al traguardo
Il cantiere infinito
Forse ci siamo. Forse anche il cantiere infinito dell'Università in via
Valleggio a Como l'anno prossimo potrà dirsi ultimato. Ieri l'assessore
provinciale alla Infrastrutture Pietro Cinquesanti ha affidato alla
Airaudo Costruzioni di Cuneo l'area ora ricoperta da terra e sassi dove
entro il luglio 2012 sorgerà un cubo di cinque piani rivestito di rame
che, in 3.000 metri quadrati, ospiterà dai 25 ai 30 laboratori per la
ricerca scientifica del corso di laurea in Chimica.
Si tratta del quinto ed ultimo lotto delle infrastrutture universitarie di via Valleggio. Il cubo (costo 8,6 milioni di euro, 5,1 a carico dell'Università i restanti 3,5 della Provincia) è stato disegnato dallo studio giapponese Ishimoto Europe, che ha al suo attivo in ambito didattico già alcuni progetti importanti come il nuovo Politecnico della Bovisa, il nuovo polo scientifico di Trento, il nuovo campus dell'Università di Napoli. Tutto bene? Sì, se l'impresa che ha vinto l'appalto costruirà l'opera a regola d'arte nei limiti di tempo stabiliti. La storia del cantiere di via Valleggio è infatti costituita da una serie di stop and go. Da ultimo quello che ha caratterizzato il terzo e quarto lotto di lavori (costo 8 milioni di euro), ancora da ultimare. «Siamo in dirittura di arrivo - assicura Cinquesanti - entro il prossimo mese i due lotti saranno finiti e comprenderanno i 12 laboratori interrati, i 76 parcheggi anch'essi interrati, oltre alla piazza e alla scalinata che collegherà l'Università al Museo didattico della Seta e al Setificio».
Su chi ricade la colpa di tali ritardi? «Non è certo colpa della Provincia se la Capraro di Agrigento, l'impresa che aveva vinto l'appalto nel 2007, dopo aver realizzato le primo opere in calcestruzzo, ha dichiarato il fallimento. Anche noi come ente rientriamo tra i creditori. Adesso i lavori sono stati riappaltati ad una impresa seria: la Co.Ge di Parma». E qui Cinquesanti si lascia andare ad un autentico show contro la legge italiana che permette il verificarsi di queste situazioni e di questi ritardi: «Basta con queste leggi che consentono di stare sul mercato a imprese costituite da contrabbandieri del lavoro. Quando capitano fatti gravi gli atti devono essere portati immediatamente alla Procura della Repubblica, alla Direzione investigativa antimafia e alla Guardia di Finanza. Occorre trovare nuovi criteri nell'affidamento degli appalti, che badino alla qualità dell'opera e al rispetto della legalità e non solo al ribasso della base d'asta». Chissà che gli strali di Luca MCinquesanti non vengano finalmente ascoltati dal suo politico di
riferimento: quell'Umberto Bossi che siede da anni a Roma.
Luca Marchiò
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