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Giovedì 09 Giugno 2011
Diari de duce del '42:
"Trattativa interrotta"
Il fiduciario dei proprietari si fa vivo dalla Svizzera: "L'agenda e' ancora a Lugano"
«La trattativa con la Ede Copyright sul diario del '42 si è interrotta da un pezzo, da più di un anno. L'agenda è ancora a Lugano».
Si qualifica come un fiduciario dei proprietari del diario che Marcello Dell'Utri annunciò di aver ritrovato l'anno scorso - e per i quali, come per i cinque già ceduti a Bompiani e ora in corso di pubblicazione, mediò la vendita all'impreditore pratese Stefano Biagini - l'uomo che chiama in redazione all'indomani della pubblicazione su La Provincia dell'ultima intervista al senatore del Popolo della Libertà. Dell'Utri aveva dichiarato che anche per l'ultimo diario, quello appunto del 1942, era in corso una trattativa e che se questa fosse andata a buon fine i diritti sarebbero stati ceduti alla Bompiani. L'interlocutore che chiama da oltreconfine - e che vuole mantenere l'anonimato - smentisce la circostanza e assicura che quella trattativa non è più in corso.
Ma non è tutto: il fiduciario si dice certo che i diari siano autentici e ripercorre il percorso che questi avrebbero compiuto dalle mani di Mussolini a quelle delle falsarie di Vercelli di cui scrive Mimmo Franzinelli nel suo Autopsia di un falso (Bollati Boringhieri), che verrà presentato oggi a Como e il 16 a Varese (il calendario su www.bollatiboringhieri.it) che - secondo questa versione dei fatti - li avrebbero usati come matrice per le loro contraffazioni.
D'altra parte anche Marcello Dell'Utri nell'intervista alla Provincia si dice certo dell'autenticità del contenuto delle agende e sostiene che se l'agenda si rivelerà falsa (una nuova perizia calligrafica sarebbe stata commissionata dalla stessa casa editrice Bompiani) vorrà dire che Mimì e Rosa Panvini le hanno copiate dai veri manoscritti, che - sostiene il senatore - furono fotografate.
La versione accreditata dal fiduciario svizzero è diversa: «Le Panvini avevano a disposizione gli originali, e li copiarono.
Che dalle loro mani siano usciti dei falsi è noto ed è stato dimostrato anche in tribunale, ma queste in circolazione - le cinque di Dell'Utri e questa del 1942 - sono certamente le agende autentiche. Erano quelle utilizzate da Mimì e Rosetta per copiare».
«Le due falsarie di Vercelli - è la ricostruzione del fiduciario, che da decenni si occupa anche di ricerca storica - erano entrate in possesso dei diari da Giulio Panvini, marito di Rosa e padre di Amalia. Pare che Mussolini li avesse affidati alla sorella Edvige, la quale nel 1941 li aveva poi restituiti al duce, che li teneva nella sua residenza di Gargnano, sul lago di Garda, e in seguito li affidò a Paolo Zerbino, il ministro dell'Interno che verrà fucilato il 28 aprile 1945 a Dongo.
Zerbino, che era stato federale di Vercelli, li consegna a Michele Morsero, che di quella città è prefetto durante la Repubblica di Salò, e questi li affida a Giulio Panvini».
Quando, con la fine della guerra, tutti i protagonisti della vicenda scompaiono, «Amalia e Rosetta Panvini aprono il pacco ricevuto in consegna e copiano quello che c'è da copiare. Noi che riteniamo che i diari che oggi sono in circolazione siano veri non abbiamo mai negato che le due falsarie abbiano copiato: ma hanno copiato da qualcosa di autentico che avevano in casa. Le copie furono bruciate per ordine del giudice mentre gli originali hanno preso mille strade diverse, sono finiti in un cassetto e poi con tutta calma sono stati messi in circolazione».
Quanto ci sia di vero in questa ennesima versione è tutto da verificare, così come tutta la vicenda che da anni ruota intorno ai diari e che oltre agli storici chiama in causa imprenditori, intermediari notai e avvocati.
Intanto la pubblicistica sui diari dei personaggi che ruotarono attorno al fascismo si arricchisce di un altro elemento, questa volta di sicura autenticità (sono custoditi all'Archivio centrale dello Stato): è il secondo volume dei diari di Claretta Petacci, quelli relativi al 1939-40, pubblicati da Rizzoli con il titolo Verso il disastro. Mussolini in guerra, a cura di Mimmo Franzinelli, lo storico che firma anche Autopsia di un falso. Il primo volume, relativo agli anni dal 1932 al '38, è stato pubblicato nel 2009 a cura di Mauro Suttora.
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