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Giovedì 09 Giugno 2011
"Io scambiata in culla
con un maschietto"
Casnate: subito risolto l'equivoco, 41 anni dopo, cerca l'altro "protagonista" della vicenda. La mamma:"Appena mi diedero il neonato ebbi il primo dubbio: quella che avevo in braccio non era Eleonora. Immediatamente dissi a mio marito che c'era stato uno sbaglio"
Evento privatissimo e normalissimo, diremmo, se non fosse per quanto accadde cinque giorni dopo, al momento di tornare a casa con la nuova nata.
"Era una brutta giornata, pioveva forte - ricorda la signora Silvana -. L'infermiera arrivò con in braccio la mia bambina tutta vestita di azzurro. Sperando nell'arrivo di un maschietto, in tempi in cui, senza l'ecografia, non era dato scoprire il sesso del nascituro in anticipo, avevo preparato un completino turchese. Invece nacque una bimba, ma la nostra felicità non era certo minore. Appena mi diedero il neonato ebbi il primo dubbio: quella che avevo in braccio non era Eleonora. Le manine erano diverse, anche la bocca non era la sua. Purtroppo non riuscivo a vedere gli occhi perché il bimbo era addormentato. Immediatamente dissi a mio marito che c'era stato uno sbaglio, che ci avevano dato un bambino diverso. Ma non venni creduta. Anzi, tutti furono concordi nel giudicarmi affaticata dopo il parto, e che un errore simile non poteva certo essere capitato. Controvoglia mi lasciai convincere dal coro unanime che mi dava quasi per visionaria, e mi incamminai verso la macchina con mio marito". Si emoziona ancora, la signora Silvana raccontando questa storia, anche se, in questi anni, l'avrà ripetuta almeno mille volte.
"Durante il viaggio verso la nostra abitazione, a Moltrasio, - prosegue - le mie perplessità sul fatto che fosse avvenuto uno scambio in culla erano sempre più forti, tanto che giunti a casa la prima azione fu quella di sfasciare il bambino per scoprire chi avevo, davvero, tenuto fra le braccia fino ad allora. A quel punto ogni dubbio non fu più tale: il neonato vestito di azzurro era un maschietto, non Eleonora".
Fra lo stupore dei presenti, il marito e la suocera, Silvana si sentì male e non ebbe la forza di accompagnare il marito in clinica con il bambino non suo. Ci pensò il marito, Franco, insieme a sua madre.
"Fu il viaggio più teso della mia vita - ricorda Franco Ballista. Con me, in auto, viaggiava un bambino non mio, e che non sapevo nemmeno di chi fosse figlio. Se mi fosse capitato qualcosa, non avrei potuto mai perdonarmelo". Per fortuna andò tutto bene. Giunti alla maternità, i cancelli erano spalancati e medici e infermieri, tutti sulla porta ad attendere l'arrivo di quel "pacco" molto speciale.
"Appena scesi dall'auto mi venne incontro una suora - ricorda Franco - prese il bambino "sbagliato" e mi consegno mia figlia, che per fortuna non aveva preso altre strade ed era rimasta lì, nel lettino della clinica a guardare il soffitto". I coniugi Ballista non scoprirono mai cosa fosse davvero capitato e di chi fosse la responsabilità dell'accaduto, ma il sollievo per avere, finalmente, portato a casa la loro bambina non li fece indagare oltre.
Quella bimba adesso è cresciuta e da sempre si chiede chi sia quel bambino che, come lei, in questi giorni, di anni ne compie quarantuno e che, per qualche ora, tanti anni fa, indossò i suoi vestiti azzurri. Quella bimba è anche la stessa che, fra una riga, firmerà questo racconto.
Eleonora Ballista
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