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Giovedì 09 Giugno 2011
Como, la resa dello Stato
Nessuno ferma i vandali
I carabinieri ammettono: solo un denunciato ogni cento episodi. In città aumentano le telecamere, ma non servono a nulla
«Non è vero che le telecamere non servono per identificare i responsabili - afferma l'assessore comunale alla sicurezza, Francesco Scopelliti - sono collegate 24 ore su 24 alla centrale della Polizia Locale: non appena sul monitor appare un'immagine critica, scatta l'intervento. E con la registrazione delle immagini, è possibile risalire alla dinamica dell'episodio e agli autori». È possibile davvero? «Le indagini sono compito dell'autorità giudiziaria - sottolinea - ma non possiamo mettere in discussione l'utilità della videosorveglianza, motivata dagli stessi cittadini. Le telecamere costituiscono un deterrente: i malintenzionati sanno di essere osservati, la telecamera ha un raggio d'azione in una certa zona e sono dotate anche di sistema audio, non solo di video». Scopelliti elenca le vie dove sono posizionate: via Foscolo, via Milano, Ippocastano, via Diaz, San Donnino, via Indipendenza, Monumento ai Caduti, Porto Marina, Piazza Martinelli, via Collegio dei Dottori, in alcuni quartieri. «Sono sempre più richieste, da Piazza Cacciatori delle Alpi a Lora a Camnago Volta - prosegue - In qualche caso, ci sono problemi perché i punti strategici sarebbero su palazzi storici, ma non si possono utilizzare per i vincoli monumentali; in altri casi, ci sono problemi di privacy, ma continuiamo a credere nella videosorveglianza».
Il cittadino crede di aver diritto a chiedere protezione, per esempio dagli eccessi dovuti all'abuso di bevande alcooliche. «Invece, talvolta, io dico: proteggeteci dai nostri errori - conclude l'assessore - gli errori della generazione come la mia che non è stata in grado o ha rinunciato ad educare. Siamo costretti a mettere le telecamere per proteggerci dalla mala educazione».
Maria Castelli
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