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Martedì 14 Giugno 2011
Sfruttamento della prostituzione:
arrestato un barista di Campione
L'uomo, titolare del Caprice, è accusato anche di aver stuprato cinque mesi fa una diciottenne romena: da questo fatto sono partite le indagini dei carabinieri dell'enclave
Le indagini sul titolare del "Caprice", storico locale dell'enclave, erano iniziate oltre cinque mesi fa quando ai carabinieri di Como si erano rivolte una diciottenne romena e sua madre: la giovane aveva raccontato ai militari di avere subito violenza sessuale dal titolare che le aveva promesso un posto regolare da cameriera nel suo locale. La proposta di lavoro si era invece trasformata in una nottata di terrore per la giovane, stuprata nell'abitazione dello stesso Abate e che il giorno seguente avrebbe preteso che lei iniziasse a lavorare nel Caprice. La ragazza, invece, si era rivolta alle forze dell'ordine e i carabinieri di Campione d'Italia, coordinati dalla pm De Salvo, avevano iniziato la loro indagine, oltre che sul fronte dell'episodio di violenza sessuale, anche su quello dell'attività svolta all'interno del bar in piazzale Milano.
Una serie di intercettazioni telefoniche e le immagini riprese da quattro telecamere piazzate di nascosto nel locale, avevano eliminato qualsiasi dubbio: le giovani dell'est che venivano messe sotto contratto dal titolare come ballerine, in realtà svolgevano nei privé la professione più antica del mondo dietro compenso pattuito con il titolare (alle giovani andavano le mance che elargivano gli stessi clienti). Il giro d'affari riguardava nei week end l'attività di quattro "ballerine" che si appartavano in totale con una decina di clienti, consumatori finali.
Sabato notte i militari hanno fatto scattare l'operazione e si sono presentati in forze al night, chiudendolo (non è stato ancora posto formalmente sotto sequestro) e arrestando il titolare per i due capi d'accusa: la violenza sessuale che aveva consumato ai danni della diciottenne cinque mesi prima e l'istigazione e lo sfruttamento della prostituzione all'interno del suo locale.
Guglielmo De Vita
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