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Giovedì 16 Giugno 2011
La finanza in Ca' d'Industria
Sequestrati i contratti mensa
La gdf si è presentata l'altra mattina di buon'ora negli uffici amministrativi della Fondazione, in via Brambilla, presente il presidente "dimissionato" Domenico Pellegrino. Sequestrata documentazione inerente i rapporti con la milanese Fms
Da ieri è tutto sul tavolo degli uomini della guardia di finanza che, con il coordinamento della Procura di Como, indagano sulla Ca' d'Industria e sul casus belli dell'esternalizzazione del servizio mensa, affidato nel marzo del 2010 alla società milanese Fms.
La finanza si è presentata l'altra mattina di buon'ora negli uffici amministrativi della Fondazione, in via Brambilla, presente il presidente "dimissionato" Domenico Pellegrino, chiamato in fretta e furia dal personale dipendente che si è trovato all'improvviso di fronte alle uniformi grigie dei finanzieri. Avevano un decreto di perquisizione e sequestro firmato dal pm Mariano Fadda, identico a quello che, più o meno negli stessi istanti, altri finanzieri esibivano, a Milano, nella sede della società che detiene il 66.7% di Fms (il resto delle quote è riconducibile all'amministratore unico William Fabbro), cioè la Compagnia fiduciaria Nazionale di Galleria De Cristoforis. L'obiettivo sarebbe quello di capire chi realmente si celi dietro la società che fornisce i pasti agli ospiti di Ca' d'Industria ma anche, e soprattutto, chiarire i dettagli di un appalto che, all'epoca, suscitò polemiche tutt'altro che sopite, inizialmente anche al centro di un esposto presentato dai rappresentanti delle minoranze in consiglio comunale, determinatissimi a considerare nulla la gara. Poco o nulla filtra a proposito delle ipotesi di reato, che riguarderebbero comunque violazioni, ancora presunte, della normativa sugli appalti. In Fondazione, comunque, sono ore di grandissima incertezza: il sindaco Stefano Bruni, che di fatto ha revocato l'incarico al presidente Pellegrino dopo avere registrato le dimissioni di massa di tre quarti del consiglio (alla fine era rimasto in carica il solo Mario Peloia, rappresentante della Regione), ha già preparato il bando per nominare i successori, ma sulla testa di tutti pende la spada di Damocle di un commissario, che l'Asl potrebbe risolversi a nominare per traghettare la baracca fuori dall'attuale impasse. I problemi maggiori riguardano, come noto, il mezzo tracollo di bilancio, chiuso con un passivo di 630mila euro. Di questi, mezzo milione - ed è forse un'altra delle ragioni che alimentano l'indagine della Procura - sono da ricondursi a una serie di strafalcioni commessi nella compilazione del contratto di fornitura dei pasti, calibrato su un numero di ospiti di gran lunga maggiore al necessario e, conseguentemente, di gran lunga più oneroso, oltre che "spalmato" su un periodo di dieci anni. Non è bastato, a placare le polemiche, l'accordo raggiunto in extremis con Fms, per "scontare" circa 250mila euro e alleggerire la pressione sui bilanci.
Restano i tanti, tantissimi interrogativi sul futuro di una Fondazione che, a Como, è stata ed è prima di tutto una Istituzione radicata e davvero molto legata al suo territorio. Le prossime ore saranno decisive, non soltanto per quanto riguarda il versante giudiziario ma anche, e soprattutto, per quello politico. Il pallino, per il momento, è soprattutto in mano al sindaco.
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