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Domenica 19 Giugno 2011
Legittimo il licenziamento
del dipendente comunale
Bulgarograsso: non è vero che la pubblica amministrazione non caccia via mai nessuno. Un ennesimo funerale del cosiddetto posto fisso - non il primo, in realtà, néforse l'ultimo - si è celebrato davanti al giudice del Lavoro del tribunale di Como, titolare di una vertenza che vedeva opposti il Comune e un ex funzionario di quello stesso ente
Figlioli era stato licenziato alla fine del 2008, insieme a un altro dipendente. Il Comune, nella necessità di contenere un po' le spese, ritenne che la sua figura all'ufficio tecnico non servisse più, e lo mise alla porta, ricorrendo allo strumento del licenziamento cosiddetto garantito: in altre parole licenziato ma con la garanzia di 24 mesi di stipendio pagati all'80%. L'architetto finì iscritto anche nelle liste di disponibilità regionali, liste cui deve prioritariamente attingere qualunque ente pubblico lombardo che si appresti a effettuare nuove assunzioni.
Diciamo subito che all'architetto, alla fine, è andata tutto sommato bene, proprio grazie a quelle liste: perché dopo appena nove mesi di attesa, ha potuto ricollocarsi al Comune di Varese, che cercava esattamente una figura come la sua. Nel frattempo, però, e nonostante il lieto fine, Figlioli aveva già fatto ricorso contro l'amministrazione di Bulgaro, contestando la legittimità del provvedimento. Al giudice del Lavoro chiedeva essenzialmente il reintegro immediato nel suo ruolo e nelle sue funzioni, con il pagamento degli arretrati, e il riconoscimento di una serie di bonus e indennità di risultato. Davanti al giudice è andato in porto un tentativo di conciliazione che ha imposto al Comune di Bulgarograsso il pagamento di circa 2500 euro a titolo di arretrati, ma che si è anche concluso con la rinuncia al reintegro da parte di Figlioli. «Per il Comune - spiega l'avvocato Gallo - era comunque importante affermare il principio in base al quale l'amministrazione può decidere della pianta organica in piena autonomia». Le sicurezze che derivano dal posto fisso, in ogni caso, traballano già da qualche anno in tutta la provincia. Secondo stime del sindacato, nella pubblica amministrazione comasca si registrano carenze di personale del 25 - 30%, con un abbondante ricorso al precariato (incarichi a tempo determinato e interinali) sia nei Comuni che nella scuola. Sanità ed enti locali affrontano i problemi dei buchi in organico con un ricorso sempre più frequente all'esternalizzazione dei servizi.
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