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Martedì 21 Giugno 2011
Galimberti: fatti e non parole
Niente deleghe alla politica
«Fatti non parole» ha detto senza mezzi termini davanti ad una platea affollatissima di delegati, ospiti, autorità, il numero uno Marco Galimberti, 43 anni, titolare di un'azienda tessile, da sei mesi alla guida di Confartigianato Como, l'associazione che rappresenta seimila piccoli imprenditori comaschi.
Chiarito il punto con i politici (la platea ha gradito), Galimberti non si è nascosto le difficoltà di un incarico «in un periodo ancora denso di nubi, difficile da interpretare». Il mondo dell'artigianato infatti soffre ancora e il sistema Como negli ultimi anni è stato quello che in Lombardia ha sofferto un po' di più. «Quello che viviamo oggi è assolutamente un momento di difficoltà - ha sottolineato - dove è ancor più evidente che rischiare e crescere è condizionato da fattori sistematicamente poco controllabili». E proprio per aiutare le imprese a navigare in questo mare ancora tempestoso, Galimberti, chiede efficienza alle istituzioni per abbattere quegli ostacoli anche di carattere burocratico che rappresentano un fardello insostenibile per chi cerca di competere su un mercato tanto difficile. Chiede al mondo della scuola maggior sostegno per far comprendere ai giovani la cultura del lavoro e ai sindacati, a cui riconosce un rapporto collaborativo, «di concordare forme comuni di intervento che possano garantire il sostegno alle imprese e la continuità del posto di lavoro».
Chiama «amico» l'assessore regionale Andrea Gibelli riconfermandogli così pubblicamente la fiducia per l'attenzione che sta manifestando nei confronti del mondo artigiano «puntuale, attenta ed evidente».
Stessa sintonia di obiettivi anche con la Camera di commercio per le iniziative che sta portando avanti sia in termini di sostegno alle imprese sia in termini di spinta all'innovazione.
Ribadisce che resta ancora critico il rapporto con le banche. Se le tensioni dei primi tempi della crisi «sono certamente superate», Galimberti a nome dei suoi chiede agli istituti di credito, piccoli o grandi che siano, di cambiare di diventare «partner di crescita e sviluppo attraverso il rispetto dei parametri e attraverso il rispetto delle idee, della voglia e delle necessità che le aziende hanno di mantenere in essere la dignità di imprenditore, di garantire futuro ai propri collaboratori e soprattutto alla propria famiglia».
Sta tutta qui, in questa sintesi tra orgoglio di un passato che non si vuole buttare a mare e voglia di innovare che passa la scommessa di Galimberi e della sua squadra. Alla fine - inattesa - è arrivata anche la "benedizione" del suo predecessore Cornelio Cetti «al nuovo che avanza».
Elvira Conca
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