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Martedì 21 Giugno 2011
Lago: Como e Lecco si
prendono a pesci in faccia
Il consiglio provinciale dei cugini batte il nostro e si muove formalmente contro il Consorzio dell'Adda. Tre i punti su cui si dà battaglia: l'esclusione dal consiglio di amministrazione dell'ente dei rappresentati degli Enti pubblica; la continua strage di fauna ittica con l'inadeguatezza dei fondi a disposizione per il ripopolamento e le oscillazioni del livello delle acque giudicate eccessive
Nel dettaglio al primo punto il testo impegna il presidente «a ricercare in ogni sede competente il ripristino del rappresentante delle Province di Como e Lecco in seno al consiglio di amministrazione del Consorzio dell'Adda» (attualmente le nuove disposizioni ministeriali hanno ridotto i componenti da 14 a 5, lasciando soltanto i rappresentanti degli utenti industriali e irrigui). In secondo luogo «a chiedere immediatamente al Consorzio dell'Adda una velocità di oscillazione del livello dell'acqua entro e non oltre i 5 metri cubi al secondo, ogni 2 ore». Questo, però, dovrebbe avvenire in modo costante poiché altrimenti in situazioni di emergenza, Como andrebbe sott'acqua. E ancora: «a chiedere al Consorzio dell'Adda l'erogazione di una somma annuale di euro 250mila per la salvaguardia della fauna ittica per il potenziamento dell'incubatoio di Fiumelatte e per il ripopolamento della Fauna nel Lario lecchese e nell'Adda». Le Province di Como e Lecco attualmente non percepiscono contributi in quanto li rifiutano in segno di protesta dal 2010 (la quota versata fino ad allora era complessivamente di 34mila euro) su preciso accordo tra l'assessore lariano alla Pesca Ivano Polledrotti e il suo omologo lecchese Carlo Signorelli: ogni anno solo per l'incubatoio di Fiumelatte spendono in totale circa 100mila euro. L'ultimo punto impegna il presidente «a chiedere al Consorzio dell'Adda l'erogazione di un contributo (una tantum) sia per la creazione di una vasca protetta per l'accrescimento di avannotti lungo il corso del fiume Adda nel territorio provinciale di Lecco, sia per la realizzazione di adeguate strutture per la risalita dei pesci concordate e approvate dai tecnici del settore pesca provinciale, lungo il corso del fiume Adda nel territorio della Provincia di Lecco». Nel documento lecchese non si fa alcun cenno ai danni alle sponde, questione sollevata invece a livello regionale dai consiglieri comaschi (in modo bipartisan da Pdl, Lega e Pd) e a livello nazionale (dall'emendamento poi dichiarato inammissibile del deputato Nicola Molteni e dal disegno di legge, fermo al Senato da due anni, del senatore Alessio Butti). È molto probabile che anche il consiglio provinciale di Como decida di esprimersi sul problema lago, che si trascina da anni senza soluzioni.
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