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Venerdì 24 Giugno 2011
"Como snobbata
dalla Regione"
Un'autentica beffa. Le linee programmatiche della Regione per il 2012, riassunte nella bozza del «Documento strategico annuale» illustrata ieri al Pirellino, “dimenticano” le priorità individuate da Como. E scatenano la reazione furibonda della Provincia
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La bozza è stata presentata dall'assessore regionale Luciano Bresciani, che ha parlato di «una piattaforma da sviluppare, aperta ai contributi di enti locali, categorie, sindacati». «Sarà poi la Regione - ha aggiunto - a valutare cosa accogliere, con un passaggio in giunta e poi in consiglio». Una rassicurazione che non è bastata alla Provincia, ferma nel contestare il capitolo sociale-sanitario (parla solo di «piena attuazione del nuovo Sant'Anna») e quello «territoriale» in cui figura la «verifica di fattibilità» della Varese-Como-Lecco e il completamento della terza corsia dell'A9. «Nel documento non trovo opere che il territorio sollecita da tempo e ha individuato come priorità - ha rimarcato Cinquesanti alzando la voce - Va bene fare una verifica sulla compatibilità tra la Va-Co-Lc e il secondo lotto della tangenziale, poi però bisogna dare la precedenza al secondo lotto, perché la Provincia si è espressa chiaramente. Inoltre non c'è traccia della Tremezzina. Non vedo niente, neanche la galleria di Pusiano. E la cittadella sanitaria? La Regione ci dica con quali soldi andiamo a realizzarla». Ancora: «Da 20 anni sento parlare di campus e non si fa nulla. La gente è stanca di chiacchiere e di documenti. E anch'io mi sono stufato, perché questo territorio è abbandonato a se stesso. Non è ammissibile, non possiamo andare in giro con il cappello in mano - ha aggiunto - Presenteremo una richiesta di modifiche e integrazioni sostanziali al documento». Bresciani ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Prenderemo in considerazione le istanze, ma vi invito a chiedere solo il necessario perché ci sono difficoltà economiche legate a quella vergogna del patto di stabilità e, nonostante il bilancio in pareggio, ci trattano come le Regioni che non sono affatto virtuose».
Michele Sada
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