Merone: addio alla vasca
dei pesci rossi in stazione
Per decenni è stata un piccolo grande mito per generazioni di bambini. Abbellito da un ponticello in miniatura, il laghetto artificiale, posto proprio accanto all'accesso al marciapiede de binario numero uno, è stato spazzato via in un attimo da una ruspa dell'impresa che sta eseguendo lavori di ristrutturazione
L'intervento ha creato qualche disappunto perché il laghetto dei pesci rossi era diventato un pezzo importante, pur nella sua pochezza e nella semplicità, dell'arredo di un luogo come la stazione che è assai frequentato. Ogni tanto poi si vedeva arrivare qualche bambino accompagnato dal nonno che si soffermava a lungo a guardare i pesci che si nascondevano sotto le grandi foglie delle ninfee. Ma le ruspe non si sono accanite solo sul laghetto ma hanno distrutto anche un lungo tratto di verde che fiancheggiava il marciapiede, praticamente un piccolo frutteto in cui allignavano peri, meli, cachi e altri alberi da frutto, oltre che piante di fiori. Era questo un bel ricordo di quando nelle stazioni delle "Nord" non arrivavano le ruspe ma si posavano spledidi concorsi per "la stazione fiorita più bella". Merone vinse questo concorso nel 1991, come è scritto in una targa posta sul muro dell'edificio. Ma perché tanta distruzione di cose che pur nella loro sobrietà servono a tirare un po' su il fiato? Perché, come hanno spiegato alcuni addetti ai lavori, le nuove "leggi" impongono che non possono alzarsi alberi a meno di cinque metri di distanza dai binari. E gli alberi non devono essere più alti di cinque metri. Al posto del laghetto e delle piante da frutta vi sarà quindi semplicemente un prato.
Corre il rischio di essere tolta di mezzo anche la fontanella, una comune "vedova", che pure si trova all'ingresso. Sarebbe davvero un peccato se questa fosse distrutta perché il manufatto in ghisa è un piccolo pezzo di storia, una storia tragica ma che molta gente di Merone ancora ricorda. Fino a qualche anno fa nella fontanella c'erano ancora i buchi dei colpi esplosi la sera del 14 settembre 1943 durante un assalto della popolazione a un convoglio ferroviario di 15 vagoni che contenevano decine di migliaia di pacchi destinati ai prigionieri inglesi in Italia. Le Ss spararono facendo alcuni feriti e un morto. La vittima il capostazione di seconda classe Mario Costantino, di 48 anni, padre di una bambina.. L'episodio è degnamente ricordato nella sala d'aspetto con una targa in memoria e in onore del capostazione, la prima vittima dei tedeschi dopo l'8 settembre, tra i dipendenti delle Ferrovie Nord. Oltre alla targa, a ricordare, la tragedia, vi sono anche un grande disegno "naif" e la riproduzione in gigantografia di un articolo di giornale uscito però a guerra terminata. I cimeli furono posti dai lavoratori delle ferrovie.
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