Il sindaco fischiato sul lungolago
"Era inevitabile, doveva scusarsi"

C'è persino chi ha legato un biglietto sul cancello d'ingresso della passeggiata firmata Zambrotta, dal lato di piazza Cavour: ringraziamenti per il calciatore, critiche al sindaco di Como Stefano Bruni. E proprio i fischi indirizzati a Bruni tengono banco.

COMO C'è persino chi ha legato un biglietto sul cancello d'ingresso della passeggiata firmata Zambrotta, dal lato di piazza Cavour: ringraziamenti per il calciatore, critiche al sindaco Stefano Bruni. E proprio i fischi indirizzati a Bruni domenica pomeriggio da un nutrito gruppo di cittadini - durante l'inaugurazione del lungolago - tengono banco. Per la prima volta, d'altra parte, il sindaco è stato oggetto di una plateale contestazione mentre partecipava a un evento pubblico senza connotazioni politiche o di parte. I fischi, chiaramente legati erano iniziati appena Bruni aveva preso in mano il microfono e si erano aggiunti alle urla: «Senza vergogna!», «A casa», «Vai via», «Solo parole!». E ancora: «È di là il tuo lungolago» (indicando la zona verso Sant'Agostino, transennata e con i lavori sono fermi), per arrivare a «Zambrotta sindaco, non Bruni!».
Il primo cittadino aveva reagito definendo i contestatori «incivili». Anche per questo, ieri è finito nel mirino dei consiglieri comunali di opposizione. Mentre il capogruppo del Pdl ha parlato di «fischi un po' ingenerosi, ma in un certo senso comprensibili e da accettare». Mario Lucini (capogruppo Pd) era presente all'inaugurazione e commenta: «Tutto si può dire tranne che fosse una manifestazione organizzata o di tipo politico. Non c'erano volti noti, ma normali cittadini. Sicuramente la città è stufa e i fischi lo dimostrano in modo chiaro, sono il termometro del clima che si respira. Bruni avrebbe dovuto presenziare ma non prendere la parola. E ha sbagliato ancor di più a reagire definendo incivili i comaschi». Domenica era sulla nuova passeggiata anche Mario Molteni (Lista per Como): «Il sindaco - dice - ha perso l'ennesima occasione per chiedere scusa ai comaschi. Dopo tutti i disastri che hanno combinato sul lungolago, pensava di meritarsi gli applausi? Forse gira poco per la città, altrimenti avrebbe dovuto mettere in conto i fischi, che condivido e comunque in democrazia vanno accettati. Si è dimostrato ancora una volta arrogante, dando degli incivili ai cittadini quando in realtà di incivile c'era solo il suo commento». Duro anche Piercarlo Frigerio (Autonomia liberale): «Bruni avrebbe dovuto soltanto scusarsi per i clamorosi ritardi del cantiere e ringraziare Zambrotta. Invece ha sbagliato i toni e i contenuti. I fischi sono il simbolo dell'esasperazione che c'è sul tema lungolago. In una città a dir poco moderata come la nostra, è un fatto ancora più eclatante, un segnale di quello che pensano tanti comaschi».
Sul fronte opposto,Claudio Corengia (capogruppo Pdl) nota: «In fondo c'era da aspettarselo. I fischi sono un po' ingenerosi, perché si inaugurava qualcosa di positivo, ma da un certo punto di vista sono anche comprensibili e vanno accettati». E Giampiero Ajani (Lega) sottolinea: «Era scontato, una reazione prevedibile ma di cattivo gusto. Non era proprio il caso di rovinare un momento di festa, è stato un errore fischiare anche se sappiamo tutti che in città si respira un certo malumore. Probabilmente la presenza di Caradonna (l'ex assessore che si dimise dopo lo scandalo del muro, anch'egli bersaglio dei fischi quando è stato nominato, ndr) ha scaldato gli animi di alcuni cittadini e forse avrebbe potuto restare fuori dall'inaugurazione».
Michele Sada

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