Abitava a Montano Lucino
l'alpinista morto in Svizzera

Stefano Prestinarisi era formato alla scuola di alpinismo del Cai di Como. Come spesso accade negli incidenti ad alta quota – Stefano stava salendo verso i 3586 metri della vetta – rimane qualche mistero sulla dinamica

MONTANO LUCINO Abitava da poco tempo a Montano l'alpinista che ha perso la vita sabato durante l'ascensione al Galenstock, la vetta delle Alpi Urane al confine tra i cantoni svizzeri Uri e Vallese.
Stefano Prestinari - questo il suo nome - si era formato alla scuola di alpinismo del Cai di Como e aveva preso casa in Via Mascherpa, la via che a Montano porta alla palestra e all'asilo. Come spesso accade negli incidenti ad alta quota – Stefano stava salendo verso i 3586 metri della vetta – sulle dinamiche dell'incidente qualche mistero resterà.
Tra i suoi conoscenti alla sezione comasca del Cai nessuno si sbilancia in ipotesi, ogni ascesa ha la sua storia, complessa e composta da infinite variabili. Le condizioni meteo - sabato pare che nel punto in cui Stefano lasciò i suoi due compagni di scalata per proseguire da solo ci fosse forte vento e nebbia che compromettevano la visibilità - non spiegano il perché uno sportivo che praticava anche scialpinismo sia precipitato per 200 metri nel vuoto.
«Stefano era un uomo prudente, mi colpì proprio questo suo aspetto mentre l'anno scorso frequentava il corso di alpinismo – dice Maurizio Casartelli, direttore della scuola e istruttore del Cai Como – non era uno che che rischiava. Amava le cime, era gioviale e a luglio avrebbe continuato a formarsi attraverso il corso di alta montagna, un corso di perfezionamento in cui occorre avere già capacità e dimestichezza».
Stefano Prestinari dopo il corso di alpinismo era vicino alle attività organizzate dal Cai, tanto che sabato e domenica avrebbe dovuto partecipare all'escursione che è stata organizzata dal Cai al Castore, punta a 4228 metri nel gruppo del Monte Rosa. Un impegno lavorativo, Stefano era informatore scientifico con una laurea in veterinaria, ha probabilmente fatto cambiare i suoi programmi e con essi, anche il suo destino.
«L'ascensione al Galenstock non è difficile – commenta Massimo Tamborini, guida alpina – ma non è la difficoltà che detta la probabilità d'incidente, in questi casi non ci si può mai pronunciare, dipende anche in che punto era della via. Il fatto che abbia proseguito da solo, non si può giudicare, la motivazione per cui uno va avanti è una scelta personale».
I funerali si svolgeranno giovedì alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Prestino, la frazione di Como dove abita la famiglia e dove la stessa vittima aveva abitato fino a poco tempo fa.

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