Emozioni tra acqua e pietre
Laglio non è solo Clooney

Alla scoperta del borgo antico seguendo le orme di un pugile che è diventato leggenda. Dalla villa del divo americano fino alla "riva dei tintori", prima e preziosissima spiaggia balneabile della sponda occidentale del Lario

Anche quest'estate «La Provincia» propone ai suoi lettori dei percorsi alla (ri)scoperta del territorio con guide d'eccezione. Dopo gli «Itinerari d'autore» (2009) e i «Sentieri da riscoprire» (2010), oggi inauguriamo la serie «Spiagge & sentieri», sul filo dell'acqua (del Lario e dei laghi brianzoli)

Acque, pietre e... pugili. Sono gli elementi che più spesso ricorrono, e regalano emozioni, scoprendo l'altra Laglio guidati da un poeta che ne incarna il genius loci, Vito Trombetta.
Villa Oleandra, che da quando (nel 2003) è stata acquistata da George Clooney è diventata il simbolo di questo paese nel mondo, per noi è solo il punto di ritrovo. Pochi metri prima, sulla sinistra per chi sale da Como lungo la via Regina Vecchia, c'è un parcheggio dove si può lasciare l'auto. Sopra la strada passa un ponticello che collega la dimora settecentesca con un capannone retrostante, ristrutturato senza badare a spese. «Un tempo era una tessitura di filo di ferro, attività in cui i lagliesi eccellevano - racconta Trombetta - poi fu acquistata dagli Heinz (quelli del ketchup), precedenti proprietari dell'Oleandra, che già la unirono alla villa per mezzo del passaggio sopraelevato». Tornando indietro di qualche passo, in direzione Como, si scorge un secondo ponticello che collega il parco di Villa Oleandra con la vicina Villa Margherita, pure acquistata dall'attore americano. Scorgere la sua moto preferita, una Harley Davidson nera, dietro il cancello, con il casco appeso al manubrio, spinge a chiedersi: «Ma l'illustre padrone di casa sarà qui?». Giusto il tempo di essere rapiti da una visione più suggestiva: il greto in secca di un torrente che passa sotto il ponticello tra le due ville di George e termina a lato di una piccola spiaggetta protesa nel lago. È quella che il divo avrebbe voluto comprare. Vito Trombetta, come tanti altri lagliesi che pure hanno in simpatia l'ospite hollywoodiano, non è mai stato d'accordo. La Resuldina (riva di Soldino) è uno dei suoi luoghi dell'anima. Qui ha sentito le voci degli Aquatiles, antiche divinità di epoca romana, che qualche anno fa gli hanno dettato un poemetto, «Nauta», in un singolare pastiche di latino e dialetto laghée (difficile a credersi, è vero, è vero anche che il poeta è un autodidatta e il latino non lo ha mai studiato). Su questa spiaggetta ha registrato le onde del lago che accompagnano l'incipit della canzone «Singul de punta», scritta nel 2003 per Davide Van De Sfroos e, soprattutto, per i tanti atleti del remo, i canottieri, che si allenano su questo lago. Qui fa i suoi pücc, immersioni solitarie dove l'acqua è bassa, adatta a chi, buttato nel lago da piccolo, non ha mai imparato a nuotare.
Ma non sono gli sport acquatici quelli che hanno regalato ai lagliesi le maggiori soddisfazioni. Un indizio arriva da un volantino appiccicato a un palo della luce: reclamizza un corso di kick-boxing. «Lo tiene Laura Tavecchio, la nostra campionessa del mondo», la voce di Trombetta tradisce un'emozione che viene da una storia antica e familiare. Quella di Domenico Bernasconi, «pugile lagliese», come dice l'insegna della strada che gli ha intitolato il Comune in tempi recenti, quella che sale verso la frazione di Soldino, dove nacque. La risaliamo, tra viuzze a gradoni e case di pietra. Appoggiato a una parete vi è un carèll, specie di slitta usata per portare le fascine di legna. Dopo 300 metri si ridiscende, attraversando cunicoli ed ère (piccole corti dal sapore magico). Eccoci di nuovo sulla Regina Vecchia, davanti al molo di Laglio, che fiancheggia Villa Oleandra e si apre a una vista mozzafiato sulla sponda opposta, dalla Villa Pliniana di Torno alle cave di Pognana. Qui Trombetta ci racconta la storia di Bernasconi, zio di sua moglie, campione del mondo per soli 30 secondi nel 1933, quando a Milano il suo avversario, il "negro" (eravamo nel Ventennio) Al Brown fu prima squalificato e subito dopo riammesso perché il regime non voleva accontentarsi di una vittoria del genere... e si ritrovò con una sconfitta ai punti. Un'altra targa, sul muro della casa che fiancheggia il molo, evoca altri personaggi e suggerisce un nuovo racconto: qui abitavano i coniugi Galetti, riconosciuti «Giusti tra le nazioni» per aver nascosto e salvato i Vitali, famiglia di ebrei che possedeva la villa di Clooney 70 anni prima che diventasse di Clooney.
La passeggiata lungo la riva riserva ancora tante sorprese: la chiesa di San Giorgio, sulla sinistra, con gli stucchi di un'altra gloria lagliese, l'artista Stefano Salterio; sul retro parte una stradina pedonale dove si affaccia un bed & breakfast dedicato allo stesso patrono del paese e gestito proprio dalla campionessa del mondo di pugilato. Tornati sulla Regina Vecchia si passa davanti al municipio: se fossimo in orario d'ufficio, varrebbe la pena di entrare per vedere i resti dell'orso delle caverne trovato in una grotta sulle pendici del monte soprastante. L'altro pezzo forte, che risale allo stesso periodo del ritrovamento dell'ursus speleus, è l'imponente piramide che sorge al lato del cimitero, monumento funebre del medico tedesco Joseh Frank. Per i lagliesi, però, ha rappresentato anche molto altro: «Prima dell'arrivo di Clooney il nostro paese era noto ai più solo per la piramide - racconta Trombetta -. Quando era piccola mia suocera, il cancello di accesso era aperto e i bambini entravano a giocare. Per loro era un antro affascinante, dove la voce rimbombava». Invece, la scalinata che scende al lago sull'altro lato della strada era frequentata dalle coppiette. «La sera, nessuno di aggira nei pressi del cimitero. E tra gli alberi e l'acqua si gode di un punto molto romantico».
Riva Romantica si chiama, non a caso, l'unione dei comuni di questa zona che ha visto la luce 5 anni fa. Uno degli scorci più caratteristici, dove finisce il nostro itinerario, è la riva del Ticee, o dei tintori, poche decine di metri prima della punta di Torriggia, il tratto più stretto del Lario, dove i vecchi lagliesi sognavano un ponte che li collegasse con Careno, sulla sponda opposta. Qui si trova una spiaggetta un poco più ampia di quella di Soldino, primo prezioso punto balneabile della riva occidentale del lago. Diverse persone fanno il bagno o prendono il sole. Oltre la spiaggia, un altro vicolo in pietra nasconde l'ennesimo angolo di paradiso: un lungo e stretto portico, dove vale la pena di alzare gli occhi al cielo, per vederlo attraverso il soffitto traforato, e una piccola baia da cui un airone cinerino scruta il lago. Prima di librarsi, con le sue immense ali che fanno una carezza all'acqua.
Pietro Berra
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