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Domenica 03 Luglio 2011
Spunta un muro a Cernobbio
Oscura la visuale della riva
Il manufatto in cemento, sulla Vecchia Regina, pare destinato a essere un po' mimetizzato dalla posa di fioriere, è collegato alla realizzazione di 9 autorimesse e altrettanti posti auto privati
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Il problema è stato sollevato da un lettore, Roberto Musso, al quale stanno a cuore l'estetica e le memorie. Il manufatto in cemento, pare destinato a essere un po' mimetizzato dalla posa di fioriere, è collegato alla realizzazione di 9 autorimesse e altrettanti posti auto privati quali pertinenze di abitazioni della zona, un progetto che risale al 2002 approvato definitivamente nel maggio 2005 con voto unanime del consiglio. Avevano alzato la mano anche gli esponenti della minoranza Irene Fossati, Giovanni Lironi, Domenico Zumbé, Felice Bianchi.
Al bando pubblico aveva fatto seguito l'aggiudicazione dell'asta alla cordata costituita da Damiano Rocco Cattaneo, Donatella Gambacorti Passerini, Giulio Villaggi, Costantino Fasana.
La cronaca di quella seduta del consiglio comunale aveva registrato che «a differenza di un progetto precedente datato 2002, in superficie non sarebbe spuntata nessuna struttura in cemento e si sarebbero visti soltanto erba e fiori. Inoltre sarebbero stati conservati i 7 parcheggi a raso ritenuti strategici per le attività cernobbiesi».
L'allora assessore ai lavori pubblici Paola Calafiore era riuscita a acquisire il voto unanime del consiglio grazie alla disponibilità a recepire le istanze dell'opposizione rivolte a ottenere garanzie di salvaguardia dell'ambiente.
L'area interessata alla cessione ai privati in diritto di superficie era di 620 metri quadrati, ciascun box avrebbe avuto una superficie di 18 metri con concessione per 90 anni rinnovabile e il comune avrebbe introitato 3100 euro per stallo fermo restando il fatto che gli oneri per la costruzione e per il ripristino ambientale sarebbero rimasti a carico dell'impresa vincitrice del concorso
Il sindaco Simona Saladini, a sua volta, aveva introdotto ulteriori prescrizioni come quella che accolla alla società costruttrice la spesa per la manutenzione del verde per almeno 10 anni.
Nel passaggio alla fase progettuale e a quella esecutiva le cose si sono complicate con l'introduzione di modifiche dettate dalle commissioni paesaggio che si sono succedute. La prima composta dagli esperti Roda, Franchi, Laurenti, Durini, Paganoni, Castiglioni, Abati, Bottinelli e l'attuale costituita da Carlo Rivolta, Fabrizio Pasquin, Claudia Testanera e dal funzionario municipale Daniela Fanchin.
«Gli organismi municipali mi hanno messo in croce – dichiara il progettista Damiano Cattaneo – con l'imposizione di cose incredibili quali un ignobile pergolato di glicini al posto di una quinta di alberi di pregio che ben disposta avrebbe nascosto le brutture del parcheggio Regina Olga. Sono stato sul punto di mandare tutto a monte, ma i partner dell'operazione mi hanno esortato a proseguire. L'ho fatto con grande dolore e credo che a causa delle imposizioni quello che si sta realizzando sia il peggiore progetto della mia lunga carriera di ingegnere. Il problema a opera finita non sarà quello del muro con altezza massima di un metro, ma dei pergolati e di tutto il resto. Se ne renderanno conto i cernobbiesi. Il muro, poi, esisteva ai tempi del vecchio Regina Olga quando tra la strada e l'hotel c'era un parco con la cancellata».
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Il muro di Cernobbio