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Mercoledì 06 Luglio 2011
Moltrasio: villa da abbattere
Mezzo paese è contro
Sale la polemica contro l'abbattimento della storica Coccini. Alle violente proteste da parte del pubblico e del gruppo di minoranza in capo all'ex sindaco Rossella Scoccimarro si sta assistendo a un susseguirsi di reazioni
Non avevano avuto figli, non c'erano eredi prossimi e con il trascorrere degli anni, rimasta vedova con una villa piena di libri e di preziosità, Emma aveva deciso di lasciare un segno al paese che l'aveva accolta con affetto insieme alla non dimenticata sorella, la pittrice Corinna, morta a villa Parva, allieva del maestro Augusto Colombo, diventata famosa acquarellista.
Consigliata da alcuni amici di famiglia tra i quali il commercialista e revisore dei conti Celestino Villa e il medico pediatra Carlo Scaravelli, Emma aveva deciso di mantenere l'uso della villa vita natural durante e vendere la nuda proprietà a Roberto Dal Mas, facoltoso finanziere con un'altra residenza sul lago, per un milione e 80mila euro. Alla sua morte l'immobile comprendente un vasto appezzamento di terreno esteso fino alla chiesetta romanica di Sant'Agata con diverse costruzioni di pertinenza, compresa la mitica cantina dell'ingegnere, laboratori e perfino un ben strutturato pollaio, sarebbero passati a pieno titolo al Dal Mas. Il capitale saggiamente investito da un comitato presieduto da Carlo Scaravelli collegato alla fondazione Comasca e alla fondazione Cariplo avrebbe fruttato una somma non indifferente da destinare ogni anno ai moltrasini per diverse forme di assistenza. Così gli anziani del paese possono usufruire perfino del pedicure e del taxista oltre a altri servizi di tipo infermieristico che non esistono da altre parti.
Tutto è filato liscio come l'olio, per un po' di anni la gentile signora Emma ha avuto la soddisfazione di vedere i risultati del suo gesto di generosità, si è parlato di una intenzione del proprietario di vendere l'immobile per 6,5 milioni di euro, ma alla fine, improvvisamente, il 24 giugno dall'ordine del giorno del consiglio comunale la gente è venuta a sapere che le intenzioni del nuovo proprietario erano quelle di radere al suolo la villa e tutto il resto e costruire un condominio di 11 appartamenti di lusso, possibilmente con darsene del demanio in concessione comunale cambiando i connotati a quell'angolo romito della riva con cancellazione di un mondo di affetti e di memorie. Dei Coccini Collini nulla rimarrebbe in quel luogo e con tutta probabilità il nuovo immobile progettato dall'architetto Michele Roda andrebbe a mutare perfino il nome.
Un'operazione legittima sotto il profilo urbanistico, consentita dal piano regolatore firmato dall'architetto Giuseppe Tettamanti, suffragato dal benestare della commissione paesaggio dell'unione comuni della Riva Romantica presieduta dallo stesso professionista, dal 24 giugno supportata dal voto favorevole della maggioranza del consiglio comunale. E' la legge del profitto che, sostiene la minoranza consiliare, sconfigge quella del cuore, tenendo conto del fatto che villa Coccini non è classificata tra le dimore storiche seppur esistente in un'immagine di Moltrasio del 1890.
Alle violente proteste da parte del pubblico e del gruppo di minoranza in capo all'ex sindaco Rossella Scoccimarro si sta assistendo a un susseguirsi di reazioni. La minoranza, che sta meditando un ricorso al Tar, ha inviato una raccomandata urgente alla Soprintendenza per i beni architettonici chiedendo l'intervento del dirigente Alberto Artioli, il comitato Rive di Laglio con una nota della presidente Manuela Nuti annuncia la mobilitazione del gruppo e sollecita i cittadini di Moltrasio «a non mollare, scendere in strada, difendere strenuamente la loro storia perché il dopo è costellato da tristezza e dolori incontenibili».
Si preannuncia per venerdì 15 luglio un'assemblea pubblica nella capiente palestra delle scuole indetta dal neo costituito comitato «Salviamo Villa Coccini». Seguirà a breve l'apertura di un blog su internet in quanto, dicono a Moltrasio, «non si può rinunciare a un luogo così carico di testimonianze e di memorie e non ci si rassegna a vedere sparire in silenzio un tratto storico-paesaggistico così importante della riva».
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