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Venerdì 15 Luglio 2011
Como, fisco a caccia
del bonus per i bebè
L'Agenzia delle entate batte cassa tra i comaschi che non avrebbero potuto usufruire dei mille euro erogati dal governo per i bambini nati nel 2006
A distanza di cinque anni dal beneficio, l'Agenzia delle Entrate ne fa memoria: spedisce una lettera per chiedere alle famiglie di restituire la somma percepita. Non ne avevano diritto e non si sa quanti avvisi siano in arrivo sul nostro territorio. La procedura è infatti automatizzata e centralizzata, ma questo rivela che i controlli sono sempre più stretti e che l'anagrafe tributaria è dotata di un sistema che rileva ogni incongruità. La norma in Finanziaria stabiliva che il bonus poteva essere richiesto «da chiunque eserciti la potestà genitoriale, a condizione che sia cittadino comunitario residente in Italia e che abbia un reddito annuo complessivo (nucleo familiare) non superiore ai 50.000 euro. In particolare, per i figli nati nel 2005, il reddito di riferimento è il 2004; per i nati nel 2006, il reddito è quello 2005». Bastava recarsi in Posta, compilare l'autocertificazione sui redditi, presentare la tessera sanitaria e il codice fiscale proprio e del figlio per il quale si chiedeva il bonus.
Così semplice che i Centri di assistenza fiscale dei sindacati, come confermano Cgil e Cisl, non furono chiamati ad assistere nessuno, ma ricordano che la lettera giunse anche agli extracomunitari, perché il codice fiscale non indica la cittadinanza: corsero in posta, ricevettero l'assegno, ma sui primi controlli lo dovettero restituire.
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