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Giovedì 21 Luglio 2011
Alzate Brianza, una petizione
per la riduzione della Tarsu
Da architetti, ingegneri, avvocati, agenzie delle assicurazioni e dalla filiale di una banca la richiesta di ricalcolare i contributi per i professionisti: "Auspichiamo che l'amministrazione comunale comprenda che calcolare l'importo della tassa rifiuti in base ai metri quadri sia sbagliato"
«Riteniamo ingiusti gli importi della Tarsu 2011 per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani - il testo della petizione - il volume dei rifiuti prodotto da uno studio professionale come il nostro è esiguo. Auspichiamo che l'amministrazione comunale comprenda che calcolare l'importo della tassa in base ai metri quadri sia sbagliato. Chiediamo che venga applicato un nuovo metodo di calcolo in base al tipo di attività svolta e ai tipi di rifiuti prodotti, al fine di ridurre la Tarsu 2011 e ripristinare il pagamento in quattro rate», anziché in due. Seguono quindici firme. Le agenzie immobiliari Gf1Case, Primalux, Studio Immobiliare Brianza, Napoleone. Gli studi tecnici Gaffuri, Caldera, Pontiggia (illeggibile il nome, ndr), Alippi, Secondo Vismara, Mauri Molteni. Lo studio degli avvocati Colombo e Nulli. L'agenzia per pratiche auto Zitoli. L'ispettorato assicurativo di Alzate dell'Alleanza Toro. Il laboratorio odontotecnico Carrano e la Banca Intesa San Paolo.
«Hanno bocciato la nostra petizione? - le parole della prima firma, Francesco Gentile, Gf1Case - Ci sembra uno sproposito pagare dieci volte di più di quello che paga un normale cittadino. Io pago quasi 400 euro all'anno, mia figlia 48 euro. Da tre anni il settore immobiliare arranca. Non siamo come una famiglia, che produce spazzatura. Al massimo, qualche sacchetto di carta».
La risposta del comune è affidata a una relazione di tre pagine, scritta dagli uffici del municipio. Si rimarca sul «riguardo alle situazioni di disagio sociale degli utenti» e «capacità reddituali agli appartenenti alle dieci categorie. I quindici contribuenti rientrano nella categoria 3: vista l'alta capacità reddituale, la più alta». Morale? I ricchi devono pagare.
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