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Venerdì 22 Luglio 2011
Antenne sul Baradello,
il sindaco non sapeva
Bruni: "Ce ne stiamo occupando. Incontreremo il Parco e la Soprintendenza". La grana delle antenne installate sul Castel Baradello dal Comune di Como senza l'ok del parco Spina Verde e della Soprintendenza è sul tavolo del sindaco Stefano Bruni che, però, non sapeva nulla
Ad ogni modo lo stesso sindaco adesso è deciso a dipanare la matassa, visto che tra i dirigenti di Palazzo Cernezzi è scattato da giorni lo scaricabarile. «Ce ne stiamo occupando - ha detto ieri mattina Bruni - e, per avere esattamente il quadro delle procedure, incontriamo gli altri Enti interessati. Domani (oggi, ndr) il parco Spina Verde e, lunedì, la Soprintendenza. Nei prossimi giorni sapremo quindi come dovremo procedere».
Le procedure ormai sono chiare. «Qualsiasi opera - aveva spiegato il numero uno del parco Franco Binaghi - va autorizzata dal punto di vista paesistico dal parco. Si presenta un progetto che viene vagliato dalla commissione paesaggio che ha la facoltà di chiedere approfondimenti e modifiche. A quel punto si spedisce alla Soprintendenza che ha due possibilità: o manda il suo parere oppure scatta il silenzio/assenso trascorsi 45 giorni. Il parco rilascia l'autorizzazione paesistica e, con questa, si presenta al Comune di Como la richiesta edilizia». Senza contare il fatto che, trattandosi di monumento storico (ha più di 50 anni) era necessario un preventivo parere da parte della Soprintendenza.
Il sindaco aveva dato disposizioni agli uffici di rimuovere le antenne se prive di autorizzazioni, ma ieri è emersa l'impraticabilità della richiesta poiché gli uffici hanno chiarito che si tratta di servizi di pubblica utilità. Togliere il ponte radio significherebbe infatti non consentire più comunicazioni tra le pattuglie e lo stesso vale per le antenne collegate alle telecamere di sicurezza.
Palazzo Cernezzi sembra quindi orientato, non appena sarà confermato ufficialmente che mancano le autorizzazioni, a chiedere al parco Spina Verde e alla Soprintendenza una sorta di sanatoria a posteriori. In pratica punteranno a rifare l'iter che avrebbero dovuto seguire prima di collocare gli impianti. A meno che non concordino con la Soprintendenza una collocazione alternativa delle antenne.
L'approfondimento sulla Provincia in edicola venerdì 22 luglio
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