Le associazioni: "Como in crisi
per colpa della politica"

Quattordici associazioni del territorio (al fianco di Cgil, Cisl e Uil ci sono Confindustria, Ance, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confedercenti, Lega Coop, Confcooperative, Cia, Confagricoltura e Confapi) chiedono alla politica, anche locale, di darsi una mossa,

COMO «Anni di litigi, incomprensioni, immobilismo, hanno fatto perdere al nostro territorio opportunità preziose e risorse che avrebbero permesso di risolvere alcuni dei problemi che rischiano di produrre un declino ancora evitabile». Per questo, quattordici associazioni del territorio (al fianco di Cgil, Cisl e Uil ci sono Confindustria, Ance, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confedercenti, Lega Coop, Confcooperative, Cia, Confagricoltura e Confapi) chiedono alla politica, anche locale, di darsi una mossa, evitando che la crisi, sempre più stringente, che attanaglia il nostro Paese risucchi l'economia comasca e, con essa, la sua popolazione.
«La nostra provincia - spiegano - continua ad avere potenzialità straordinarie, grandi talenti e una grande tradizione di lavoro e di innovazione imprenditoriale. Bisogna ristabilire un clima di fiducia e di credibilità diffuse, realizzare immediatamente i progetti da tutti condivisi, emarginare chi antepone al bene pubblico gli interessi individuali e di consorteria. Per parte nostra, continueremo, come avvenuto in questi anni difficili, a impegnarci, con senso di responsabilità e spirito di collaborazione, a fare in modo che gli effetti della crisi evitino di degenerare in situazioni ingovernabili, lavorando insieme per ristabilire un clima di fiducia, di credibilità e speranza, condizioni indispensabili per creare una prospettiva ripresa. Como ce la può fare; ognuno faccia la sua parte, riscoprendo la generosità e l'operosità costruttiva che hanno  fatto grande il nostro territorio».
Proprio mentre a Roma il presidente Silvio Berlusconi interveniva alla Camera per cercare di porre un freno alla caduta di credibilità del cosiddetto Sistema Italia, in città le associazioni si muovevano per chiedere sì al governo nazionale, ma ancor più alla governance locale di uscire dall'attuale fase di stallo. «Ci sono - spiega il segretario provinciale Cgil, Alessandro Tarpini - preoccupanti segnali sociali che rischiano di degenerare. Il disagio cresce, così come il clima di sfiducia verso le istituzioni. Dobbiamo provare a invertire questa tendenza. La politica, sia a livello nazionale e sia a Como, deve capire che in questo modo non possiamo più andare avanti. Ci vuole una presa di coscienza e un segnale, chiaro, da parte di chi ci governa».

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