Cantù, che desolazione
quei campetti abbandonati

In malora a due passi dal centro ma non sempre bene in vista. Il comune non se ne cura proprio e mancando la manutenzione lo stato di degrado fa veramente impressione

CANTU' - Dovrebbero essere luoghi di sport e aggregazione. E invece, abbandono e degrado. Sono i campetti liberi di Cantù. In malora, a due passi dal centro, ma non sempre bene in vista. Degni nemmeno delle peggiori periferie, seminascosti tra le corti e le nuove costruzioni. Nel corso degli anni, sono stati dimenticati. Meno usati che in passato dai ragazzi. Anche perché il comune, della manutenzione, non se ne cura proprio. Non è escluso dall'incuria nemmeno lo sport cittadino: la pallacanestro.
La prima pugnalata al cuore è il campetto di basket in via Diaz. Dove fino a pochi anni fa i ragazzi si incontravano per le sfide playground, stile Harlem. Oggi, si gioca solo al sabato pomeriggio.
Tra i rifiuti, ben abbondanti nella casupola a bordo campo. Dieci metri cubi di bottiglie abbandonate da chissà quanto tempo. Le erbacce, dietro le tre panchine mezze rotte, in un paio di casi sono diventati qualcosa di simile ad alberelli. Quasi inutile, la fontanella dell'acqua: purtroppo, la usano in pochi.
Forse, per far rivivere il campetto - sostengono i vicini - basterebbe che il comune s'ingegni per cambiare il canestro danneggiato, schiacciato tempo fa da un camion in manovra. Da eliminare, sporcizia ed eventuali pericoli.
Poco sopra, in via Unione, scenario da autogestione estrema. Improvvisata dai ragazzi sull'ex area dello skatepark - per le proteste dei residenti, negli anni scorsi, è stato trasferito al centro sportivo di Vighizzolo - laddove, ancora prima, esisteva un campo da tennis.
Il comune si è completamente dimenticato della sua esistenza. Qualcuno ha tagliato la rete per appropriarsene di nuovo. Con lo spray bianco, sono state disegnate le aree di rigore. E, sulla recinzione verticale, persino le porte. In terra, altri graffiti. Avviene a cinque minuti di passeggiata da via Matteotti, ma sarebbe desolante in qualsiasi punto della città.
Non si salva nemmeno via Colombo. Dove, al parco, non si gioca spesso a calcio: di solito, sono i ragazzi pakistani della squadra cittadina di cricket, che tengono viva l'area.
Praticando lo sport simile al baseball tanto caro alle ex colonie inglesi. In loro assenza, c'è chi ha deciso di far diventare il campo a sette giocatori un terreno per le sfide «a porticine», sfruttando il lato più stretto. Due basamenti di marmo da una parte, utilizzati come pali, e assi di legno dall'altra, per la porta avversaria. Scarti che si possono notare anche attorno. Anche quella, tutto sommato, è altra spazzatura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA