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Martedì 09 Agosto 2011
Lungolago di Como:
I dubbi del progettista
Zucchi: "Niente progetto. Il risultato non è garantito". Il vincitore del concorso di idee: o si realizza intero o non ha senso
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«Peccato originale del tema - scrive Zucchi - era quello dell'impossibilità di ridiscutere le soluzioni tecniche di difesa in corso di realizzazione, delle quali cui vi è bisogno ma che si vorrebbero rendere "invisibili". La proposta progettuale da noi presentata rifiutava tuttavia apertamente questo ruolo cosmetico dell'architettura, per cercare una possibile sintesi tra opere infrastrutturali, spazio urbano e paesaggio».
Dopo la vittoria del concorso di idee (finanziato dalla Regione con 500mila euro) Zucchi aveva iniziato alcuni incontri con l'amministrazione. Ma lì le cose iniziano a non funzionare. «In questi incontri ci siamo tuttavia resi conto di una verità innegabile: dato lo stato di avanzamento dei lavori - dice l'architetto - e i vincoli creati dagli stessi, gli elementi principali che articolano il nesso tra il lago e la città avrebbero dovuto essere realizzati sulla base del progetto originario; ogni loro modifica avrebbe infatti portato a rifacimenti e allungamenti dei tempi e dei costi inaccettabili nella situazione di tensione generale che si è formata su tutta la vicenda». Poco dopo la bocciatura del porto d'acqua davanti a piazza Cavour da parte della Soprintendenza e la certezza che «una soluzione ibrida lascerebbe tutti insoddisfatti». Zucchi a quel punto decide di «negare la nostra disponibilità alla prosecuzione di un incarico progettuale stante l'insieme delle condizioni riscontrate a garanzia di un risultato che dispiacerebbe a tutti».
Il vincitore del concorso di idee dice quindi che il suo progetto non sarà realizzato, ma aggiunge: «Le suggestioni progettuali contenute in essa sono a disposizione di chi voglia prenderne spunto; a una sola condizione però: che non si usi in alcun modo il nome degli architetti per legittimare la forma finale di processi su cui essi non hanno responsabilità o controllo».
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