San Maurizio, l'enclave
dimenticata a quota mille

Ormai, per chi sale e scende da San Maurizio, è diventata quasi un'abitudine prestare attenzione a chi si trova in affanno lungo la salita e ha bisogno di un passaggio. È la solidarietà che sopperisce al taglio del pulmino Brunate-Cao

COMO - Partiamo dal lato positivo: quello umano. Oramai, per chi sale e scende da San Maurizio, è diventata quasi un'abitudine prestare attenzione a chi si trova in affanno lungo la salita e ha bisogno di un passaggio. È la solidarietà che sopperisce al taglio del pulmino Brunate-Cao, linea urbana T3 di Asf, deciso dal Comune di Como lo scorso febbraio: mentre negli anni passati, d'estate, il bus c'era tutti i giorni, ora è in funzione solo il sabato e nei festivi. La conseguenza è che molto meno visitatori arrivano alla frazione brunatese di San Maurizio e, soprattutto, al faro voltiano, che è sempre di Palazzo Cernezzi.
Già, lassù tra i 900 e i mille metri c'è una propaggine, e nel caso del faro una vera e propria enclave (al municipio del capoluogo lo donarono i postelegrafonici che lo avevano costruito per le celebrazioni voltiane del 1927) del Comune di Como. Salita alla ribalta per il caso del traliccio di 60 metri bocciato dalla magistratura, ora torna a richiamare l'attenzione degli amministratori per la soppressione del pulmino e la scarsa cura prestata al faro.
«Bella la bandiera, eh? L'ho messa io. Volontario!». Il guardiano del faro di Volta, Carlo Umberto Rusconi, è un fiume in piena. In 17 anni (oggi ne ha 77), ne ha viste di tutti i colori. E in maniera altrettanto colorita le racconta. «Continuo a ricevere visite e complimenti da tutto il mondo, ma ai comaschi sembra non importare del loro faro». «L'anno scorso - continua - quando fu imbrattato con bombolette spray rosse, coprii le scritte a mie spese e in Comune mi diedero del "pirla", perché non avrei dovuto prendere l'iniziativa».
Il Comune, poi, ha appaltato la gestione del faro a una cooperativa di Roma, che ha confermato lo stesso Rusconi come guardiano. «Tre mesi fa - racconta - sono caduti dei calcinacci dalla facciata. Li hanno stuccati, ma non avevano i soldi per dare una mano di bianco. Se non fosse così alto, la darei io». Già, tutte quelle macchie grigie sopra l'ingresso non sono un bel vedere. Ma la vista che conta, per i turisti, è quella che si ha dall'alto. «Con il tagli del pulmino, però - lamenta Rusconi - molti si fermano a Brunate e non vengono fin qui, oppure arrivano così stanchi che non hanno più voglia di salire in cima al faro».
Protestano anche i villeggianti e gli esercenti sulla piazza. «Ho una casa qui da trent'anni - dice Paolo Fileti, milanese 81enne - ed è stata una sorpresa non trovare più il pulmino. Scendo a piedi e risalgo solo grazie alla compiacenza dei cittadini di Brunate». Vorrebbe che fossero istituite almeno tre corse giornaliere anche di inverno: «Persino dal mio paesino in Sicilia parte un bus ogni 40 minuti che lo collega con Messina». Lo stesso chiede Salvatore Nastri, 85enne originario di Eboli. E Marco Introzzi, titolare del chiosco sulla piazza, denuncia «un calo dell'80% della richiesta di case vacanza a San Maurizio, proprio a causa della mancanza del pulmino. Non tutti si sentono di fare due chilometri a piedi in salita».

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