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Sabato 10 Settembre 2011
Scalinata, cedimento improvviso
Aveva già superato il collaudo
Il Comune di Como a caccia delle cause, per chiedere il ripristino dell'opera nella sua integrità colpita da uno strappo improvviso
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Secondo le ultime verifiche, il nuovo lungolago e i vasconi da duemila metri cubi sottostanti non sono risultati coinvolti nei problemi della scalinata che ad agosto era integra e compatta, nessuna fessurazione, nessun segnale di dissesto: i tecnici comunali che presidiano l'area dai giardini a Sant'Agostino, non avevano notato alcuna anomalia. A settembre è stato notato il distacco della prima gradinata, blocchi in movimento, sgretolamento della malta tra le fughe, crepe sui conci, in particolare sulla parte ovest, evidente rotazione del muro di spina triangolare che separa i due versanti.
Un cedimento repentino, come se tra acqua e terra si fosse verificato un "lagomoto", come se una lingua di tsunami avesse afferrato l'ultimo gradino e avesse tirato giù la scalinata. Era stata regolarmente collaudata in corso d'opera da due ingegneri e da due architetti esterni, secondo quanto s'è appreso: significa che avevano seguito ogni fase dei lavori, per verificare la congruenza fra il progetto e l'esecuzione, l'uso dei materiali, in veste di supervisori rispetto al direttore dei lavori. Alla fine, il collaudo complessivo. E anche i collaudatori, in questi giorni, sono stati chiamati a consulto, oltre all'impresa Sacaim che ha eseguito i lavori, con i propri strutturisti e il proprio direttore di cantiere.
Al di là dei risvolti tecnici, queste consultazioni si propongono uno scopo: l'autotutela della pubblica amministrazione che ha messo in moto la procedura del caso. In sostanza, individuate responsabilità diverse dalle "cause naturali" e accertate, se esistono, quali, il Comune chiederà il ripristino dell'opera nella sua integrità, chiedendo che venga messa in sicurezza e riparata.
I sopralluoghi sono giornalieri, anche due volte al giorno e saranno posizionati appositi strumenti per rilevare anche il più piccolo spostamento. Con un gruppetto mutevole di tecnici, l'ingegnere capo del Comune, Antonio Viola, direttore dei lavori del lungolago, è stato visto più volte in questi giorni ispezionare la scalinata dal parapetto di cristallo collocato nell'ambito del progetto Zambrotta, ma anche mentre scendeva e saliva dai gradini, pieds dans l'eau, piedi quasi nell'acqua: non è dunque una vicenda sottovalutata e forse diranno qualcosa di più le ispezioni subacquee fissate per mercoledì prossimo, con un sommozzatore veneziano. Per una diagnosi ed un piano d'intervento saranno necessari almeno 20 giorni.
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