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Domenica 11 Settembre 2011
Un giudice comasco
anticipò l'11 settembre
Giuseppe Battarino, di Como, era Pm a Busto Arsizio e svolse le indagini dopo l'arresto di quattro fondamentalisti. Prima dell'attacco alle Torri gemelle, sventò l'attentato alla cattedrale di Salisburgo
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Letta con il senno di poi, la richiesta di arresto firmata dall'allora pm di Busto Arsizio, il comasco Giuseppe Battarino, a carico di quattro presunti terroristi - tra i quali l'ideologo della cellula di Al Qaeda del nord Italia Tarek Maaroufi - suona come quello che doveva essere un campanello di allarme molto serio per quanto sarebbe successo da lì a pochi mesi.
La toga lariana, grazie a un'inchiesta compiuta dalla digos, aveva scovato nell'inverno a cavallo tra il 2000 e il 2001 una cellula appartenente a «gruppi organizzati militarmente, operanti su un fronte della Jiahad lungo» il quale «il "combattente islamico" ha come dovere la partecipazione a una guerra totale contro l'Occidente». Quella stessa guerra che, pochi mesi dopo, portò a Ground Zero.
Gallarate, una manciata di chilometri dal Comasco. In uno degli appartamenti di via Dubini 3 è un viavai interminabile di cittadini extracomunitari, soprattutto nordafricani. «Il continuo avvicendamento di presenze di extracomunitari nordafricani nell'appartamento di Gallarate - scriveva nel gennaio 2001 il pm Battarino - va ricondotto a un'opera di reclutamento, indottrinamento e istruzione di combattenti islamici destinati a recarsi in altri Paesi per combattere nelle formazioni militari islamiche».
Tra i destinatari della richiesta di arresto anche un «sedicente cittadino yemenita» coinvolto «in un procedimento in corso» in Giordania «contro organizzazioni paramilitari presumibilmente collegate con lo sceicco Osama Bin Laden».
Un'inchiesta che finì anche sul tavolo delle polizie di mezza Europa nonché dell'Fbi.
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