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Giovedì 15 Settembre 2011
Scalinata che crolla a Como
Scaricabarile sulle colpe
La risposta dei sub: è un tirante che ha ceduto. Il fondale si è abbassato di dieci centimetri, Responsabilità da definire tra progettisti e impresa
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In sostanza, è in corso un conflitto tra acqua, calcestruzzo, ferro, terra del fondale e terreno di riporto: il fondale si è abbassato di dieci centimetri, la palancola antiscalzamento o di sostegno si è spostata per sei - sette centimetri, il tirante s'è piegato e s'è spezzato per sovraccarico del calcestruzzo, la scalinata è scivolata verso il lago, strappata dal muro al quale era attaccata.
L'ha spiegato ieri mattina Antonio Viola, il direttore dei lavori del nuovo lungolago e delle opere antiesondazione, al termine dell'ispezione effettuata dal sommozzatore veneziano Simone Ferrara che, dotato di una telecamera collegata con un monitor in cantiere, s'è immerso alle 11,10 ed è riemerso 39 minuti dopo, il cavo trattenuto da Salah Derbali, operaio della Sacaim, residente a Como, coinvolto nell'infortunio sul cantiere di due anni fa.
Un'ispezione subacquea al millimetro, seguita a video da un gruppo di tecnici, l'ingegner Viola e l'ingegner Antonio Ferro, capo del procedimento, ingegneri strutturisti della Società Sacaim, i collaudatori, capicantiere ed alcuni operai. E seguita da passanti comaschi e stranieri, incuriositi e dotati di macchine fotografiche o cellulari con i quali hanno scattato le fasi del lavoro subacqueo, commentando lo stato della scalinata e i problemi che l'hanno coinvolta.
Sei giorni di verifiche da terra, sul lago e nel lago hanno portato all'ipotesi più temuta: la frattura del tirante che garantisce la stabilità delle palancole. Restano gli interrogativi sull'abbassamento del fondale, fenomeno che ha trascinato metallo, calcestruzzo e ha dissestato i masselli di granito recuperati dalla vecchia scalinata, la malta tra le fughe fessurata. È come se si fosse verificato un movimento sotterraneo, un piccolo "lagomoto".
«Erano state considerate le oscillazioni e le escursioni del lago - afferma Viola - le palancole sono state calcolate per resistere a spinte e a controspinte. Se l'acqua si abbassa, viene meno una resistenza. Il peso che gravava sui tiranti è aumentato per l'abbassamento del lago: siamo di fronte a problemi idrologici e geotecnici di non facile dimostrazione». L'assestamento, causa spuntata in primo momento, ormai è superato. Ma non c'è pericolo di crolli, ha assicurato Viola e «non può accadere - ha aggiunto - che continui il distacco».
Per verificarlo, saranno messi in opera dispositivi che rilevano eventuali scostamenti dalla sede per almeno due mesi, mentre continua la ricerca di eventuali errori che potrebbero essere stati commessi in fase di progettazione, collaudo, costruzione: l'impresa Sacaim ha ribadito la propria disponibilità ad intervenire in ogni caso, preventivo da presentare.
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La scalinata che crolla