In cinque come Scilipoti
Il sindaco Bruni salvato

Sul bilancio maggioranza in bilico in consiglio comunale. Tutto fermo per un'ora, poi l'accordo. Il giallo sulla validità del voto

COMO - Anche sul riequilibrio di bilancio Bruni si salva per un soffio. La delibera è stata votata in consiglio giovedì sera, a mezzanotte in punto: 17 favorevoli, 15 contrari, 3 astenuti e un consigliere fuori dall'aula. Hanno lanciato l'ennesimo salvagente al primo cittadino e alla sua maggioranza i due consiglieri del gruppo misto Mario Pastore e Pasquale Buono, che hanno scelto di astenersi così come un esponente della minoranza, Dario Valli (Area 2010), per la verità non nuovo a scelte in linea con quelle di Pdl e Lega. Mentre ha votato addirittura a favore del riequilibrio Andrea Anzi, in dissenso con altri due esponenti di Autonomia liberale Piercarlo Frigerio e Arturo Arcellaschi) mentre il quarto membro del gruppo, Emanuele Lionetti, ha preferito non partecipare al voto. La minoranza si rammarica per l'occasione persa e paga l'assenza di Bruno Magatti (fin dall'inizio della seduta) oltre alle decisioni dei consiglieri già citati.
Non ha trovato sponde nemmeno negli altri rappresentanti del gruppo misto, dato che Carlo Ghirri e Luigi Bottone hanno abbandonato l'aula di Palazzo Cernezzi in anticipo rispetto alla conclusione dei lavori. Bottone, in particolare, nei giorni scorsi aveva annunciato l'intenzione di non sostenere più la maggioranza, ma giovedì sera non ha preso parte al voto decisivo.
La serata, peraltro, è stata costellata da polemiche e scontri, complice la decisione di Donato Supino (Rifondazione) di depositare 247 ordini del giorno (documenti dal valore puramente simbolico) nel tentativo di paralizzare l'aula come forma di protesta per la mancata attuazione delle modifiche al trasporto pubblico votate all'unanimità nei mesi scorsi (prolungamento di 34 corse della linea 6 fino al Sant'Anna e biglietto da 90 minuti anziché da 75). Per valutare la legittimità della mossa di Supino (e altri 4 ordini del giorno presentati da Alessandro Rapinese) l'ufficio di presidenza e la segreteria generale sono rimasti riuniti un'ora e dieci minuti (dalle 21,45 alle 22,55). Alla fine l'avvocato Maria Antonietta Marciano ha spiegato che gli ordini del giorno non risultavano «correlati alla delibera» ma il consigliere di minoranza non si è dato per vinto e ha chiesto una riunione della conferenza dei capigruppo alla presenza del sindaco.
Permesso accordato e proprio dal faccia a faccia è emersa la soluzione che ha sbloccato la serata: Supino ha accettato l'interpretazione degli uffici, anche a fronte di una serie di garanzie ottenute da Bruni rispetto alla concretizzazione delle richieste sul trasporto pubblico (si è impegnato a portare il tema in giunta).

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