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Venerdì 07 Ottobre 2011
Imprese, i soldi ci sono
A Como nessuno li chiede
Le aziende se la prendono con i Comuni che non pagano ma c'è un fondo di garanzia inutilizzato
Dall'altra un accordo sulla cessione dei crediti a banche o intermediari finanziari a condizioni di favore sottoscritto nove mesi fa davanti al prefetto in pompa magna dagli istituti di credito e dalle associazioni imprenditorali, rimasto oggi lettera morta. Dopo dieci mesi solo una decina le pratiche per l'anticipo degli importi delle fatture non ancora saldate presentata agli sportelli bancari. Insomma un mezzo fallimento, anzi un flop bello e buono.
Eppure le stime parlano di 100 milioni di euro di crediti che le imprese comasche, piccole e grandi vantavano nei confronti di comuni ed enti pubblici alle prese con ritardi fino a 180 giorni nei pagamenti dei fornitori.
«Inutile nascondere che i primi ad essere stupiti di questo dato siamo noi - ammette Enrico Lironi rappresentate Abi nella giunta camerale - Sulla carta era una buona opportunità visto l'esigenza di liquidità che lamentano le imprese. Le banche hanno fatto la loro parte. Evidentemente c'è da rivedere qualcosa nel meccanismo».
Eppure sulla carta tutto sembrava giocare a favore dello sblocco del denaro. Il patto tra imprese e mondo bancario "garantito" dalle istituzioni fornisce due opzioni per le imprese. La prima, "pro solvendo", prevede che la banca acquisisca il credito e l'intero rischio, anticipando i soldi all'azienda che paga degli interessi. La seconda (cessione del debito "pro soluto") attivata attraverso la semplice sottoscrizione di un certificato da parte dell'ente pubblico. Una modalità più snella molto simile al semplice anticipo delle fattura.
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