«Lungolago sfregiato
per calcolo politico»

I consulenti della procura di Como: «Il cantiere delle paratie frutto di decisioni improvvide e affrettate»

COMO Se la sciatteria applicata alla pubblica amministrazione fosse un reato, sarebbero tutti sotto inchiesta: Comune, Regione, Provincia, ministero dell'Ambiente, Soprintendenza e pure l'impresa costruttrice, la Sacaim. Almeno così la pensano i consulenti che per conto della Procura di Como hanno vivisezionato il cantiere paratie, dopo lo scandalo del muro. Bocciandolo senza possibilità di appello.
Interpretazioni esagerate? Le «considerazioni conclusive» dell'ingegner Virgilio Anselmo, dell'architetto Caro Maria Buttini e del geologo Mauro Castelletto sono lì da leggere: «Traspare, dall'esame degli atti, la poco confortante sensazione che un intero insieme di apparati dirigenti, preposti alla tutela dei forti valori paesaggistici» del lungolago «e al controllo della bontà progettuale degli interventi abbia di volta in volta preferito adagiarsi in comportamenti e atteggiamenti improntati al laissez faires, non è dato sapere se spontanei o magari suggeriti dall'alto, cioè da chi avrebbe probabilmente tratto un vantaggio in termini di visibilità politica» dalla realizzazione del progetto paratie.
E se non bastasse, ecco il carico da novanta: «Sono state assunte - si legge nella consulenza - decisioni improvvide e affrettate, spesso limitandosi ad analisi superficiali delle problematiche e suggerendo blande prescrizioni». Tutto ciò manifestando quella che i consulenti del pubblico ministero, Simone Pizzotti, non esitano a definire come «scarsa profondità d'analisi e colpevole carenza di quelle attenzioni, di quelle competenze e di quelle sensibilità che sarebbero state necessarie» in un cantiere di un simile «impatto» per il volto della città.
Parole pesanti, che vanno ben oltre le conseguenze penali che la consulenza voluta dalla Procura ha provocato, ovvero l'iscrizione nel registro degli indagati dei dirigenti di Palazzo Cernezzi Antonio Viola e Antonio Ferro, rispettivamente direttore dei lavori e responsabile del procedimento.
Gli esperti autori della consulenza, quasi 400 pagine finite nel fascicolo d'inchiesta sullo scandalo del muro, non si limitano a criticare la tristemente famosa variante Viola, che portò alla realizzazione delle "alzate" scoperte da Innocente Proverbio. È tutto l'iter di approvazione dell'opera che non convince i periti della magistratura. Un iter «viziato da parecchie omissioni e anomalie, con riferimento» sia alle norme sulle opere pubbliche che su quelle paesaggistiche.

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