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Giovedì 20 Ottobre 2011
Paratie, sei anni di cantiere
Vergogna, i turisti scappano
La capo delegazione del Fai Como e il direttore dell'hotel Palace dalla parte di Zambrotta («Meno male che si è mosso lui») e critici con il sindaco Bruni: «A rovinare il lungolago ci hanno messo pochissimo tempo, quanto ne devono impiegare per sistemarlo»
COMO L'unico che lascia il posto, Gianluca Zambrotta, è anche il solo che incassa consensi. Finiscono in disgrazia ancora una volta tutti gli altri: il sindaco Stefano Bruni e tutti i dirigenti, gli assessori e i progettisti che «profumatamente pagati», hanno distrutto il lungolago con la scusa di arginare le piene.
Perfino il capo delegazione del Fai Como, Anna Giussani, applaude e rimpiange l'erba sintetica con la quale il calciatore ha salvato almeno una parte del lungolago. «Ce ne vorrebbero di persone come lui - dice l'esperta di beni ambientali -. Si è speso in prima persona, mettendo anche tanti soldi e ha fatto quel che dovrebbero fare i politici. È inutile criticare sempre. Bisogna mettersi a fare qualcosa di concreto».
Secondo la Giussani sarebbe stato meglio anche lasciare il lungolago così com'era una volta piuttosto che lo scempio che ne è stato fatto.
«È una questione di rispetto ai turisti - spiega -. Le gru, per esempio, se io vado in Sardegna non mi aspetto di trovare le gru. Le fanno sparire d'estate e poi le ritirano fuori quando i turisti se ne vanno. A Como no».
In questo modo, secondo la Giussani, si leva tutto il fascino della città.
«Ci sono posti come Bellagio dove quando arrivi sembra subito vacanza. Anche a Varenna è così, ma basta raggiungere Cernobbio per respirare un'aria diversa da quella che c'è a Como».
A parte le cementificazioni selvagge nei paesi sul lago, il capo delegazione Fai di Como vede proprio il lungolago di Como tra le situazioni peggiori.
«Il problema è che alla fine ne risente il turismo - dice la Giussani -. E infatti chi viene scappa nella parte di viale Geno dove ancora di vedono le anatre, i cigni, le oche. Se si trovano davanti un muro o una palizzata di plastica o un cantiere ovvio che cambiano strada o città».
Bisogna far qualcosa subito, secondo Anna Giussani. «Bisogna trovare il sistema per riportare il lungolago alla normalità per la prossima estate, senza ulteriori ritardi. A rovinare il lungolago hanno fatto in frettissima. Quanto ci stanno mettendo a rimetterlo a posto?».
Anche secondo Robert Webber, direttore degli hotel Palace e Barchetta «questa palizzata che ci hanno messo davanti fa scappare i turisti. Noi abbiamo perso almeno tre grossi eventi al Palace perché sono venuti per ispezionare il sito e non hanno gradito affatto la location per mancanza di visuale sul lungolago. Per non parlare dei clienti persi dalla gelateria Ceccato per mancanza di passaggio di persone».
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