Cultura e Spettacoli
Mercoledì 02 Novembre 2011
Cézanne, tutta una vita
alla ricerca della verità
Troppo a lungo l'artista è stato confuso o sovrapposto agli Impressionisti. A Palazzo Reale i suoi quadri - paesaggi e nature morte - sollecitano una rilettura critica molto meno convenzionale. La prospetta Elena Di Raddo, critico e professore dell'Università Cattolica di Milano, che ha visto per noi l'esposizione a Palazzo Reale.
di Elena Di Raddo
"Ci sono due cose in un pittore - diceva Cézanne: l'occhio e il cervello. Si deve lavorare per lo sviluppo di entrambi: dell'occhio attraverso l'osservazione della natura, del cervello attraverso la logica delle sensazioni organizzate, che forniscono i mezzi di espressione". E' questa semplice verità, affermata con i toni di chi si sentiva un "maestro", che distingue il pittore di Aix en Provence dai suoi compagni di viaggio, gli impressionisti. E di fatto Cézanne un impressionista non lo fu che in pochissime prove, nonostante abbia condiviso con i pittori dell'en plein air mostre in vita e fama dopo la morte.
La mostra che si è aperta a Milano, prodotta da Palazzo Reale e Skira, documenta proprio questa poliedricità di Cézanne, diviso tra l'attenzione al dato sensibile - la realtà all'aria aperta - e il suo stato perenne - la persistenza dell'immagine tradotta nell'arte. Rudy Chiappini, curatore della mostra, si è proposto di indagare l'attività di Cézanne in Provenza attraverso i suoi celebri atéliers: da quello di Jas Bouffan, la casa di campagna paterna dove, al piano terra, si è cimentato con la pittura decorativa i cui esiti, per la verità dai risultati incerti, introducono la mostra, fino ai luoghi in cui negli anni ottanta Cézanne cominciò a dar prova della sua abilità di pittore: la soffitta dell'appartamento di rue Boulegon, il capanno di Bibémus, i modesti locali affittati a Chateau Noir e la casetta a l'Estaque.
Proprio in quest'ultima località Cézanne ha cominciato a superare l'effetto atmosferico dei paesaggi impressionisti per soffermarsi sul valore materico della natura traducendo sulla tela le rocce e le fronde degli alberi come frammenti solidi del reale. Questo passaggio si può osservare in mostra nel confronto tra Vue prise du Jas de Boufffan (1875-1876), dove la pennellata vibrante e poco definita restituisce l'effetto atmosferico, e Le Viaduc à l'Estaque (1879-1882) o Gran Pin et terres rouges (1890-1895), in cui il pittore, memore degli insegnamenti di Signac, si serve di una pennellata più solida e geometricamente definita che raffredda la visione e la rende assoluta. E non a caso proprio questi luoghi qualche anno dopo attrassero Picasso e Braque sulle tracce del maestro per esplorare questo il suo nuovo modo di dipingere, solido e sintetico, prima di approdare al cubismo.
Cèzanne del resto, nella maturità, si esprime in una pittura che non lascia spazio all'emozione ed è invece tutta improntata alla ricerca, anche ossessiva per la forma. Celebre è la sua affermazione di voler ridurre la realtà alle forme solide del cubo, del cilindro e della sfera, forme che a suo parere sintetizzano la visione di un paesaggio, di una matura morta, di un ritratto. A questa indagine, che ha gettato i ponti, come si è detto, per l'avanguardia, Cézanne si dedica soprattutto negli anni della maturità, chiuso nell'isolamento del suo atelier des Lauves, dalle cui finestre poteva scorgere il suo amato Mont Saint Victoire, il soggetto che egli percorse con ossessività quasi maniacale al fine di comprenderne nella più intima verità della sua conformazione rocciosa. Un suo devoto allievo, Emile Bernard, restituendoci in Mi ricordo di Cézanne (tradotto in italiano per la mostra da Skira) l'emozione dell'incontro con il maestro nel suo atelier lo descrive, pieno di ammirazione, come un grande saggio, capace di cogliere nel mestiere della pittura il segreto della bellezza della realtà che lo circonda. Nella mostra di Milano purtroppo è possibile vedere solo un acquerello della Tate appartenente alla serie che occupò Cézanne per tutta la sua ultima fase della ricerca, ma che riesce a dimostrare come veramente il paesaggio naturale fosse diventato per il vecchio pittore un "motivo" su cui testare le capacità manuali e intellettive dell'arte.
La qualità della sua pittura è invece più esplicita, tra le opere esposte, nella bella natura morta La Table de cuisine - Nature morte au panier (1888-1890) del museo d'Orsay in cui è pienamente espressa la sua poetica della riduzione delle forme all'essenzialità della geometria solida, che non è altro che un modo - razionale appunto - di saper rendere invece l'aspetto sensoriale di un luogo. Nonostante l'affollamento della tavola e l'accatastamento dei mobili sullo sfondo siano creati appositamente per la composizione, la pennellata ampia e sintetica, sapientemente dosata nei contrasti luminosi, restituisce all'osservatore la sensazione del vissuto. In questo sta del resto la grandezza di Cézanne: nel saper rendere la pienezza del reale, nelle sue sensazioni visive, olfattive e persino tattili, oltre la semplice impressione dello sguardo.
Anche il ritratto diviene un modo per indagare l'individuo nella sua umanità, attraverso uno sguardo che non si sofferma sui particolari, ma che sintetizzando la forma e rendendola universale cerca di dare il senso dell'individualità. Si può citare a tal proposito Paysan assis (1900-1904), o il ritratto dell'amico Henri Gasquet (1896) in cui traspare un senso di orgoglio, di ricchezza soprattutto di valori morali e culturali: il senso di appartenenza a un territorio della gente semplice o la capacità imprenditoriale della nuova classe sociale borghese, cui lo stesso Cézanne apparteneva, sono aspetti che sa rendere senza la descrizione di particolari, ma attraverso la verità della sua pennellata. Assicura così la persistenza dell'oggetto o del soggetto entro quella pittura di superficie che sembrava doverlo negare.
Elena Di Raddo
Cézanne. Les ateliers du Midi, Palazzo Reale. Orari: lunedì 14,30-19,30: Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30-19,30; giovedì e sabato 9,30-22,30. Fino al 26 febbraio. Catalogo Skira.
Infoline 0292800375 e sito www.mostracezanne.it
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