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Mercoledì 02 Novembre 2011
Kalongo chiama Como
In nome di padre Ambrosoli
L'ospedale fondato dal sacerdote di Ronago oggi è una realtà con più di 350 posti letto. La nipote Giovanna: serve un sostegno forte e costante
COMO - Kalongo chiama Como nel nome di padre Giuseppe Ambrosoli per rinsaldare un rapporto che dura da più di mezzo secolo e per trovare i fondi necessari a continuare la sua opera
Il nome di questa piccola città nel nord della tormentata Uganda è infatti diventato abituale per molti comaschi grazie all'ospedale fondato del missionario comboniano originario di Ronago morto il 27 marzo 1987 in piena guerra civile. Il piccolo dispensario costruito nel 1956 oggi è un'efficiente struttura sanitaria con 345 letti, 7 reparti, 2 sale operatorie, un laboratorio di analisi e radiologia cui è collegato un poliambulatorio esterno. Una realtà importante sia per le dimensioni che per il ruolo che occupa all'interno della difficile realtà locale che per poter continuare l'opera di assistenza sanitaria alla popolazione locale ha bisogno di un importante sostegno.
A garantire in tutti questo anni un flusso costante di aiuti per finanziare l'ospedale e le iniziative collegate, la Fondazione che porta il nome del missionario comasco costituita nel 1998 dai Comboniani e dalla famiglia di padre Giuseppe Ambrosoli per dare continuità e futuro all'ospedale ugandese e alla scuola specialistica per ostetriche fondata nel '57.
Nel 2009 la Fondazione ha cambiato pelle, per rispondere meglio alle esigenze dell'ospedale. Con la fine della guerra civile infatti sono venuti meno una serie di finanziamenti garantiti dalle organizzazioni internazionali e, viste le precarie condizioni economiche della popolazione locale, impossibile pensare a forme di autofinanziamento dell'ospedale attraverso il pagamento delle rette. «Da qui la necessità di sviluppare nuove modalità di raccolta fondi oltre a garantire un aiuto manageriale per la gestione dell'ospedale» spiega Giovanna Ambrosoli, nipote di padre Giuseppe, vicepresidente operativo della Fondazione.
Su "La Provincia" in edicola oggi (2 novembre 2011) due pagine speciali dedicate al volontariato
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