Ateneo senza mensa
Al super per risparmiare

Non tutti gli studenti hanno i soldi per mangiare nei bar o nelle tavole calde. Perciç c'è chi se la cava prendendo la focaccia al supermercato o portando un panino da casa

COMO - «Verso mezzogiorno l'Esselunga sforna le focacce. Costano poco e ci sono le panchine di fuori». Questa è la principale mensa per l'Università comasca, riassunta per bocca della giovane studentessa di ingegneria Miriam Molteni.
Politecnico e Insubria infatti non sono dotate di una vera mensa. Esiste all'ingresso di via Castelnuovo un bar dell'Isis Paolo Carcano che sforna panini, pizzette, insalate e caffè. I prezzi sono modici, ma non ci sono piatti caldi e più spesso gli studenti utilizzano questo spazio portandosi da casa il necessario. La convenzione con il Setificio per altro non lascia aperto il servizio nel caso in cui l'Istituto tecnico sia chiuso e l'Università viva, come è accaduto ieri.
I giovani, è evidente, preferiscano il vicino supermercato: a tutte le ore le panchine e i gradini sono gremiti di studenti affamati, poco danarosi e vogliosi di prendere una boccata d'aria. Eppure nei dintorni dell'Università non mancano esercizi commerciali che offrono prelibatezze o che potrebbero cogliere l'occasione per fornire un servizio vantaggioso.
In via Anzani c'è chi vende calamari fritti, patatine e bibita a 9,5 euro come Il Museo della Pizza. Il bar Cittadella è poco frequentato, sarà per le meno gustose slot machine accanto, ma serve piatti di buona qualità. Il sito del Politecnico consiglia il bar Matricola, in via Anzani 37, reputiamo però si tratti proprio del bar Cittadella e il sito necessiti un'aggiornamento. Il più gettonato tra i laureandi è Top Gourmet, subito fuori dall'uscita universitaria di via Valleggio. Pasta al pomodoro a 3 euro, hamburger e patatine oppure pizza a 5. Questo locale è effettivamente frequentato dagli studenti e dai professori, anche grazie al posto a sedere. Meno Centodieci, che offre un primo e una bibita a 6,5 euro. Altro locale popolato è il Palladium in piazza della Tessitrice.
«Non vado da nessuna parte, costa troppo, porto un panino da casa» dice la studentessa Elisa Magni, stessa soluzione attuata dalla sua compagna Romina Miatello: «Non esiste, costa troppo». Si tratta spesso di studenti provenienti da tutta Italia che hanno trovato un affitto a Como o anche di studenti stranieri, come Peter Kulesza: «Abito qui vicino, cucino a casa». I comaschi tornano a casa per pranzo, se l'orario delle lezioni lo permette.
Non fa così Paolo Ballabio, da Mariano Comense: «Io vado al Top, preferisco sedermi e non fare la fila. Costa 12 euro circa un pranzo completo». 

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