Nuovo mistero sull'amianto
Ora tocca all'ex Rivarossi

Non solo Ticosa, ex Lechler e nuovo ospedale Sant'Anna di Como. Anche sulla ex Rivarossi di Sagnino aleggia il mistero dell'amianto (per la precisione «300 mq di cemento amianto») rimosso dalla vecchia fabbrica di trenini elettrici.

COMO Non solo Ticosa, ex Lechler e nuovo ospedale Sant'Anna. Anche sulla ex Rivarossi di Sagnino aleggia il mistero dell'amianto (per la precisione «300 mq di cemento amianto») rimosso dalla vecchia fabbrica di trenini elettrici.
La storia arriva da lontano e ancora non è stata fatta piena luce sulla vicenda al punto che Marco Butti, consigliere comunale del Pdl ha depositato un'interrogazione per chiedere che venga fatta definitivamente chiarezza.
I capannoni che ospitavano la fabbrica dei trenini vennero venduti per costruirvi palazzi. Prima dell'avvio del cantiere è stato smaltito l'amianto su cui dal 2007 sia Butti sia il presidente della circoscrizione Otto Stefano Fermi chiedono delucidazioni.
La seconda tessera del puzzle (la prima è la lettera del 2007, rimasta senza risposta) è una richiesta di controllo fatta domenica 20 aprile 2008 dal presidente della circoscrizione Fermi alla polizia locale per chiedere verifiche «sui numerosi viaggi di mezzi che portavano via dal cantiere materiali simili all'amianto».
Sul caso di quella domenica sembra essere tutto regolare. Butti però è deciso ad andare fino in fondo. «Sia sulla questione Lechler sia sulla Rivarossi - dice il consigliere - dal Comune in questi anni non mi sono state fornite risposte esaustive. È per questo che, visto quanto successo a Ponte Chiasso, ho chiesto di avere i dettagli sulla destinazione finale dell'amianto rimosso dalla fabbrica di Sagnino e le bolle di accompagnamento dei singoli viaggi. Stiamo parlando di temi molto delicati e non è possibile che l'amministrazione comunale dia risposte evasive».
Lo stesso Butti il 15 ottobre del 2007 aveva ottenuto una risposta dal Comune che diceva, in merito al caso Lechler: «Non sempre l'amianto è pericoloso». In ogni caso «prima di ogni intervento la proprietà deve provvedere a una verifica per la presenza di manufatti contenenti amianto ed eventualmente procedere agli interventi previsti». Lo scorso anno Butti riprese carta e penna per chiedere lumi anche all'Asl e, nella missiva, sottolineava: «Ho potuto prendere visione di una missiva interna al Comune, mediante la quale gli uffici competenti cercavano di rispondere ai miei quesiti, non riuscendo, nonostante il grave ritardo, a dimostrarsi attinenti su quanto da me domandato». Sul cantiere dell'ex Lechler è tuttora presente amianto.

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