Manzardo, ecco altri acquirenti
Trattano con gli operai di Albese
Ieri, intanto, è stato raggiunto l'accordo per la cassa integrazione dei dipendenti
ALBESE CON CASSANO Si aprirà dal 20 ottobre la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti della Manzardo; nonè prevista però la copertura dell'ultimo mese, che andrà recuperata nel fallimento. Ci sarebbero poi più acquirenti per alcuni dei punti vendita, in una trattativa tenuta direttamente da Bolzano. Questo è emerso dall'incontro dei sindacati con la proprietà nella sede centrale Manzardo, appunto a Bolzano. Ci sono quindi eventuali altri compratori oltre a quello individuato dai dipendenti nel Comasco.
«Sono due le buone notizie - conferma la sindacalista Marina Pedraglio (Cgil) - «La prima: l'accordo sulla cassa integrazione più mobilità per un anno da ratificare lunedì mattina, che parte dal 20 ottobre scorso, quando i dipendenti sono stati messi in ferie. Da Bolzano, poi, arriva l'interesse di alcune aziende per dei punti vendita, tra cui ci sarebbero anche quelli di Como. Nota negativa: lo stipendio di ottobre non verrà pagato ma dovrà essere recuperato dal fallimento».
Un incontro ieri sera, a Bolzano, per definire l'avvio della cassa integrazione e della mobilità, un incontro stamattina, dei dipendenti, con chi vorrebbe rilevare i punti vendita Manzardo del Comasco. «Stiamo perdendo i pezzi: in cinque o sei si sono già ricollocati, qualcuno ha scelto di prendere di meno e di avere magari un contratto a tempo determinato, ma di avere appunto un lavoro subito» - annuncia Cosimo Romeo, dipendente e rappresentante sindacale - «Noi stiamo cercando di tenere compatto il gruppo, per avere più forza nella trattativa con questo concorrente che sarebbe interessato a subentrare».
Una trattativa che oggi vive già un passaggio importante: «L'incontro sarà in mattinata, vedremo di capire quale sarà l'interesse, anche legato ai dipendenti. Loro vorrebbero prendere il blocco del Comasco per intero, ma poi sarebbe decisivo anche un sensibile accorciamento dei tempi da parte del curatore fallimentare».
Portano avanti la trattativa i dipendenti stessi. «Non è semplice, perché bisogna muoversi in fretta. Quando saremo a buon punto attiveremo i sindacati e il curatore» - continua Romeo - «Sarebbe importante però che la magistratura facesse chiarezza su quanto accaduto, perché è davvero poco chiaro come un'azienda florida in pochi giorni chiuda».
Ci sono dipendenti che stanno attendendo nonostante abbiano altre offerte: «Io ho qualche contatto, però sarei più contento di riprendere con il gruppo» - dice Marco Benzoni di Cantù, coordinatore delle filiali di Como - «Siamo un gruppo coeso che ha sempre lavorato forte, nelle nostre filiali il lavoro non è mai mancato».
Giovanni Cristiani
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