In questo momento di grave crisi una frase del nostro Presidente della Repubblica mi ha molto colpito: «I sacrifici dovranno essere equamente distribuiti». Tutto bene. E' giusto così. E allora perché il nostro Presidente ha ritenuto giusto nominare l'illustre, insigne, etc. etc., prof. Mario Monti senatore a vita? Non sarebbe stato più opportuno conferirgli l'incarico di formare un nuovo governo senza accollarci il suo vitalizio? Quanto dovranno lavorare i miei figli per ottenere un milionesimo di quanto il prof. Mario Monti percepirà già da ora?
E se il prof. Monti non dovesse riuscire ci ritroveremo sul gobbo un altro senatore a vita nominato frettolosamente. Tanto a pagare saranno sempre i soliti, quelli che meno hanno. E noi qui ad arrabattarci per consentire ai privilegiati di continuare a vivere, loro sì, al di sopra delle nostre possibilità, il tutto con il beneplacito dei sindacati che fingono di non vedere le mostruose distanze tra Lorsignori e quelli che dicono di rappresentare.
Cordiali e preoccupati saluti
Beppe Bernasconi
Alzate Brianza
Caro Bernasconi,
condivido gran parte della sua lettera, ma suvvia, non sia così pessimista. Era inevitabile che la nomina del prof. Monti a senatore a vita suscitasse polemiche, ma a mio avviso il gesto di Napolitano va contestualizzato. Quella mossa a sorpresa è servita a calmierare i mercati, ai quali è stato mandato a tempo di record un messaggio preciso. E in un primo i mercati hanno reagito positivamente. È' chiaro che ci vuol altro, perché adesso i nostri creditori ci attendono alla prova dei fatti.
Se Monti riuscirà nell'impresa, coniugando rigore ed equità, riducendo da subito i privilegi della Casta ed evitando che a pagare siano sempre i soliti poveri cristi, la sua nomina non sarà un costo ma un investimento. Verrà il tempo per piangere. Ma almeno per ora cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Pier Angelo Marengo
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