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Venerdì 18 Novembre 2011
Casasco, l'antico lavatoio
è stato ristrutturato
Soprannominato "dei morti" in quanto si pulivano i vestiti dei defunti: ora è stato rimesso a nuovo
CASASCO INTELVI Un tempo le donne del paese andavano a «Forougn» per lavare le lenzuola, la biancheria, la dote. Ma la maggior parte vi si recava per lavare i panni dei loro cari appena morti. In tempi più recenti il lavatoio è stato invece apprezzato da molti turisti, soprattutto dalle signore milanesi che trascorrevano le ferie in zona negli anni 80-90.
«E' ricordato da tutti come «Il funtanin dei morti» - racconta Adelmo Prada. Un tempo c'era tanta miseria ed era consuetudine che anche i panni venissero riciclati, compresi quelli delle persone defunte».
Lavare i panni delle persone morte, inoltre, era considerato come un rito purificatorio. Quello di Forogno è tra i più antichi lavatoi della Valle d'Intelvi. Riportato nel Catasto Teresiano, probabilmente risale alla seconda metà del Settecento. Oggi è ritornato come un tempo grazie ad una minuziosa opera di restauro il cui costo complessivo è stato di 43mila euro.
L'amministrazione provinciale ha erogato un contributo di 21.500 euro, l'altra metà è stata aggiunta dal comune con fondi propri di bilancio.
«Il lavatoio di Forogno - conferma il vicesindaco Giulio Zanotta - è stato inserito nel percorso museale itinerante che comprende varie opere d'arte del paese. Tutti tesori all'aperto. Questo angolo di storia - prosegue Zanotta - nel secolo scorso costituiva un punto di riferimento, ubicato sulla mulattiera tra l'antico nucleo di Bressera e il villaggio di confine di Erbonne, in altre parole tra « Copafòo» il soprannome degli abitanti di Casasco e gli «Sfrusadùu», il nomignolo dato ai contrabbandieri locali».
L'orditura in legno ele travi di sostegno in castagno, piode di antichissima pietra calcarea lavorata a piccole lastre, tetto a due falde, pareti in sasso locale di Moltrasio e lastre del Generoso recuperato a vista, vasche e lastre di appoggio estratti da massi erratici in granito del posto, per strofinare i panni, pavimento in acciottolato particolare, denominato spacco di cava, fanno del lavatoio di Forogno un esempio unico nella provincia di Como. Tutto è rimasto come un tempo. Rigorosamente recuperato attarverso l'opera artigianale. Il lavatoio è ancora oggi alimentato da una sorgente posta a monte del manufatto. Progettista del restauro l'architetto di San Fedele Matteo Motta. I lavori sono stati eseguiti dall'impresa Selva Mercuri di Como
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