Cultura e Spettacoli
Lunedì 21 Novembre 2011
Leo Gullotta e Pirandello
Teatro che riaccende le idee
L'attore porta a Chiasso "Il piacere dell'onestà" e non risparmia critiche al video
di Sara Cerrato
«Il teatro fa bene alla mente, ci costringe a un ruolo attivo, ci coinvolge e ci emoziona. La tv invece, soprattutto negli ultimi quindici anni, è stata costruita per essere subita, per spegnere i cervelli. Il pubblico però sta finalmente cercando un'acqua nuova, più fresca e salutare. A noi il compito di procurargliela». A pronunciare queste parole è Leo Gullotta, attore siciliano popolarissimo che, da qualche anno, ha lasciato il piccolo schermo dove pure aveva ottenuto grandi successi, per tornare alle scene teatrali. Lo abbiamo raggiunto a Verona, dove è protagonista in scena, con un folto cast di attori, nello spettacolo "Il piacere dell'onestà" di Pirandello, che arriverà al Cinema teatro di Chiasso il 24 novembre, alle 20.30, per il prosieguo della stagione della sala ticinese. (Biglietti da 30 a 22 euro. Info: 004191/ 6950914/7 o [email protected] e www.chiassocultura.ch).
Gullotta, il suo amore per il teatro e in primis per quello pirandelliano, è ormai dichiarato?
Sì. Dopo aver interpretato "L'uomo, la bestia e la virtù", sono davvero felice di essere protagonista anche di questo "Il piacere dell'onestà" diretto da Fabio Grossi. La produzione del Teatro Eliseo di Roma ha moltissimo successo ed è stata vista da oltre 160mila spettatori. La portiamo in tournée per il terzo anno consecutivo ed è sempre ben accolta.
Pirandello continua ad essere molto amato dal pubblico. Per quali motivi a suo parere?
Credo che a colpire sia l'attualità delle vicende narrate. O meglio, queste storie parlano di atteggiamenti umani, di vizi e di virtù e fotografano i nostri comportamenti, anche se i testi sono di un'epoca precedente. Per esempio, il testo che vedrete a Chiasso vede protagonista Baldovino, uomo che ha attraversato la disonestà ma decide, assoldato per un matrimonio bianco, a riparazione di una gravidanza in un rapporto adulterino, di essere onesto. In questa situazione paradossale, Pirandello smaschera le ipocrisie di un'intera società e le parole che fa pronunciare ai suoi personaggi sembrano scritte stamattina, per noi. Il nostro teatro ha una grande tradizione pirandelliana, ma spesso, questo autore viene riletto in versioni non proprio ortodosse.
Quale l'atteggiamento suo e di Grossi in questa edizione?
Il desiderio principale è stato quello di rispettare l'integrità del testo originale. Le opere teatrali di Pirandello, come del resto i suoi romanzi, offrono un'occasione di profondissima riflessione, attraverso una scrittura alta e preziosa. Preservandone il più possibile l'integrità, con atteggiamento fedele, non c'è nulla che debba essere aggiunto. All'attore poi il compito di portare verità e semplicità, per far passare queste parole e il loro significato al pubblico.
(Leggi l'intera intervista sull'edizione de La Provincia di Como in edicola il 22 novembre)
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