San Lazzaro, vendita annullata
Un gioiello artistico in briciole

COMO Per il salvataggio della chiesa di San Lazzaro, in via Rimoldi, si riparte da zero. Dopo anni di denunce, di ipotesi, di promesse e di rassicurazioni, una sentenza del tribunale mette la parola fine alla speranza di vedere la vendita del compendio e la cessione dell'edificio al Comune, premessa indispensabile per il suo recupero. L'operazione immobiliare con la quale l'impresa edile Moscatelli di Figino Serenza si era impegnata all'acquisto del compendio edilizio dall'attuale proprietario, Carlo Torri, è naufragata, in quanto legata alla realizzazione di una certa volumetria (quattro metri cubi per metro quadrato) sulla quale Palazzo Cernezzi aveva prima dato parere positivo (2007), poi negativo (2008) e infine un'autorizzazione fuori tempo massimo (2010). Nel frattempo, infatti, l'impresa Moscatelli aveva avviato la causa contro il proprietario, sostenendo che la condizione per concludere la vendita, vale a dire il rilascio del permesso a costruire entro i tempi previsti, era venuto meno e chiedendo perciò la risoluzione del contratto. Richiesta che ora il tribunale ha accolto.
Il San Lazzaro resta dunque dell'attuale proprietario, che recentemente ha realizzato sulla costruzione un apprezzabile intervento di messa in sicurezza e ripulitura della facciata, ma che evidentemente, malgrado la struttura sia sottoposta a vincolo dei Beni Architettonici, non è certo in condizione di garantirne il recupero e la valorizzazione, operazioni possibili solo con la cessione al Comune sfumata dopo la sentenza del tribunale.

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