MARTEDÌ 29 NOVEMBRE (BILLY STRAYHORN DAY)

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MARTEDÌ 29 NOVEMBRE (BILLY STRAYHORN DAY)

Buongiorno,
oggi il termine "visionario" si applica a personaggi come Steve Jobs che, fondamentalmente, voleva che esistessero delle cose e le ha create, o così ci sembra (ma il discorso si può approfondire facilmente leggendo uno dei sette libri che sono usciti da quando ha fatto definitivamente log-out). Un tempo, invece, "visionario" si diceva proprio di chi aveva le visioni e, come Ken Russell, le realizzava incurante del fatto che il mondo ne avesse bisogno o no. Al contrario di visionari come Fellini o, per dire, Terry Gilliam, lui non credo abbia mai firmato un film perfetto: era, fondamentalmente, un maestro nel mettere in scena deliri kitsch talmente assurdi e immotivati da risultare unico e, quindi, imperdibile anche se alcune delle sue cose più folli qui non esistono in dvd e mancano, comunque, all'appello anche film fondamentali come I diavoli e Messia selvaggio (che appartengono alla categoria "quando la Chiesa nel IV secolo ha creato la scomunica si riferiva a questo"). Qual era il mysterioso legame con Como di Russell, che per chi non lo sapesse se n'è andato ieri nel fior degli anni suoi ottantaquattro? Beh, nessuno. Ah, no: aveva diretto Lisztomania e, come tutti sappiamo, Cosima Francesca Gaetana Liszt è nata qui. Com'è semplice, talvolta, trovare legami.

Il brano acconcio alla commemorazione di questo piccolo (beh, era largo due volte me) eroe personale: http://www.youtube.com/watch%3Fv%3DLXIPTxhcJo4

 
Immagine CINEFORUM

Astra, viale Giulio Cesare 3, ore 15.30 e ore 21, ingresso con tessera (anche domani alle 15.30)
Pietro (Italia, 2010, 80 minuti) di Daniele Gaglianone con Pietro Casella, Francesco Lattarulo e Fabrizio Nicastro.
Pietro vive in un quartiere periferico di Torino. Abita con il fratello tossicodipendente Francesco nell'appartamento fatiscente lasciato loro in eredità dai genitori. Pietro si guadagna da vivere distribuendo volantini e il suo leggero ritardo mentale lo mette al centro dell'irrisione degli amici del fratello per i quali si esibisce in imitazioni surreali. Un giorno Pietro conosce una ragazza che è stata assunta per fare il suo stesso lavoro e qualcosa nella sua vita sembrerebbe cambiare.

NdA: mentre il cinema italiano "mainstream" sembra incartato sempre sugli stessi attori e le medesime tematiche, con gli sforzi principali tutti tesi a realizzare remunerative commedie, c'è, per fortuna, ancora chi ha voglia di osare...
http://www.cinecircolo.it/

Immagine SALOTTO LETTERARIO

Biblioteca dell'Associazione Carducci, via Cavallotti 7, ore 18, ingresso libero
Storie di lago. Incontro con lo scrittore Andrea Vitali. Figlio di Edvige, impiegata in comune, e Antonio Vitali, impiegato in comune, è nato e cresciuto a Bellano, sulla sponda orientale del lago di Como, con altri cinque fratelli. Dopo aver frequentato quello che lui stesso definisce "il severissimo liceo Manzoni" di Lecco, rinuncia alle sue inclinazioni verso il giornalismo (cosa saggia!) e, per soddisfare le aspirazioni paterne, si laurea in medicina all'Università Statale di Milano nel 1982. Sposato con Manuela, da cui ha avuto il figlio Domenico, vive da sempre ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. La mai sopita passione per la lettura e la scrittura, tuttavia, lo spinge a cimentarsi in campo letterario, dove esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore (Premio Montblanc per il romanzo giovane) ispirato da vicende narrategli proprio da suo padre. Nel 1996 vince il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il vero successo giunge nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane Cavour e Premio Bruno Gioffrè 2004), romanzo corale e polifonico le cui affabulazioni, ricche di stilemi del linguaggio parlato, coprono cinquant'anni di vita paesana fino ai turbolenti anni settanta. L'immaginario narrativo di Vitali si colloca sulle sponde del lago e racconta una provincia fatta di personaggi comuni e nel contempo esemplari, sulla scia di scrittori come Mario Soldati e Piero Chiara. Tuttavia il medico di Bellano, pur riconoscendo i propri debiti nei loro confronti, preferisce rifarsi soprattutto all'arte di "raccontar storie" di Giovanni Arpino. Nel 2004 gli è stato assegnato il Premio Dessì, sezione narrativa, per il romanzo La signorina Tecla Manzi. Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà, che è s tato finalista anche al Premio Stresa. Nel 2008 ha vinto il Premio Boccaccio per tutta la sua produzione narrativa e in particolare per La modista, con cui ha ottenuto anche il Premio Hemingway. Il suo romanzo, Almeno il cappello, ha vinto il Premio La Tore Isola d'Elba ed è stato tra i finalisti sia allo Strega che al Campiello 2009. I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Serbia, Grecia, Romania, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Ungheria e Giappone.

NdA: ...tutto codesto consenso non ha mutato lo spirito di Vitali che è, innanzitutto, un uomo simpatico e alla mano. Si sta lentamente trasformando in un performer di prima grandezza frequentando le migliori cattive compagnie (ovvero i Sulutumana) e, volendo, si può anche chiedergli un consiglio per quella fastidiosa lombosciatalgia, naturalmente correndo il rischio di essere inseriti in un prossimo racconto...

Immagine LA KUNSTHALLE PIÙ BELLA DEL MONDO

Fondazione Antonio Ratti, Villa Sucota, via per Cernobbio 19, dalle 10, ingresso libero
XV incontro. Giornata di discussione dedicata alla figura del curatore, alle trasformazioni e al destino della sua funzione. La discussione sarà articulata in tre sezioni. Programma:
- ore 10 Introduzione di Marco De Michelis e Filipa Ramos della Fondazione Antonio Ratti di Como,
keynote speaker Maria Lind, direttore della Tensta Konsthall di Stoccolma
- dalle 11 alle 13 1. Il canone. Interventi di Teresa Gleadowe, curatrice e scrittrice londinese; Bruce Altshuler, direttote del programma di studi museali alla NYU; Christian Rattemeyer, curatore del MoMA di New York
- dalle 14:30 - 16:30 2. La mostra. Interventi di Jens Hoffmann, direttore del CCA Wattis di San Francisco; Celine Condorelli, artista curatrice degli Eastside Projects di Birmingham; Raimundas Malasauskas, curatore indipendente a Parigi
- dalle 17 alle 18:30 3. Le istituizioni. Chus Martìnez, capo dipartmento di Documenta 13 a Kassel; Dirk Snauwaert, direttore artistico del Wiels di Bruxelles.

NdA: poi alla fine, come sempre, si scopre che la Kunsthalle più bella del mondo è quella che abbiamo dentro di nöi...
http://www.fondazioneratti.org

Immagine CINEFORUM: IN UN MONDO CHE...

Cinema Teatro Excelsior, via Diaz 3, Erba, ore 21, biglietti a 4 sacchi
Poetry (Corea del Sud, 2010, 139 minuti) di Lee Chang-dong, con Jeong-hie Yun, Da-wit Lee e Hira Kim.
Mija è una anziana signora di Incheon che lavora come badante e che vive con il nipote affidatole dalla figlia trasferitasi per motivi di lavoro. Un giorno Mija viene contattata dal padre di un amico del nipote che le rivela che il figlio e i suoi cinque amici hanno violentato per mesi una compagna di scuola portandola al suicidio. Il padre dell'amico le riferisce anche che gli altri cinque genitori hanno intenzione di corrompere la madre della ragazza affinché non faccia parola con la polizia delle violenze subite dalla figlia e chiedono che anche Mija versi la sua parte, che però l'anziana badante non possiede. Contemporaneamente Mija ha delle amnesie periodiche che si rivelano essere un principio di alzheimer, tuttavia questo non le impedisce di seguire corsi di composizione poetica e frequentare locali di lettura di poesie, nel vano tentativo di comporre un'opera propria combattendo la mancanza di ispirazione. Durante queste letture conosce un polizio tto, apparentemente molto volgare e superficiale, ma in realtà con un profondo senso del dovere, a cui confessa il reato del nipote che pertanto viene arrestato con i suoi cinque amici. Proprio pensando alla ragazza che si è suicidata per colpa del nipote Mija riesce finalmente a comporre la sua tanto agognata poesia.
NdA: ..e chissà quant'allegrezza in codesta poesia...
Immagine GIUSTO CON GUSTO

Oratorio di Rebbio, via Lissi, ore 21, ingresso libero
Tecniche di coltivazione, rispetto dell¹ambiente, stagionalità dei prodotti con Cristian Cesareo della Cooperativa Oasi Mosaico.
NdA: altro che PARCO ZAMBRO, qui ci sono veri fili d'erba con vera verdura e veri alberi con vera frutta... Che cosa così "Novecento", suvvìa, un briciuolo di plasticità!...
http://www.cooperativamosaico.it
Immagine CINEMA DI QUALITÀ

Lux, via Manzoni 8, Cantù, ore 21.15, 5 sacchi (anche domani sera)
This must be the place (Italia / Francia / Irlanda, 2011, 118 minuti) di Paolo Sorrentino con Sean Penn, Frances McDormand, Harry Dean Stanton e David Byrne.
Cheyenne, un facoltoso ex-divo del rock, ora stanco e svogliato, apprende che il padre, con cui era in disaccordo, è malato e sul punto di morire. Corre quindi da lui nella speranza di riconciliarsi ma arriva troppo tardi. Solo nel periodo che segue realizza quanto ebbe a soffrire il padre - tra i pochi sopravvissuti ad Auschwitz - per mano di un criminale nazista, l'ufficiale delle SS Aloise Muller. Deciso a vendicarlo, e sapendo che l'ex-nazista si nasconde da qualche parte negli Stati Uniti, si mette in caccia. Durante il viaggio però molti incontri e alcuni eventi lo porranno di fronte a un percorso di autocoscienza e di riconciliazione che richiederà, in finale, delle scelte.

NdA: alla fine è il film di Sorrentino che mi ha lasciato più dubbi, più anche de L'amico di famiglia che molti non hanno amato e che, invece, rinunziando al divo Servillo per dipingere un quadro di grottesca e disperata solitudine mi aveva convinto appieno. Qui il divo è Sciònpènn conciato come Robert Smith e doppiato come un ritardato come neanche in I am Sam, aspetto di vederlo in inglese.
http://www.cinelandia.it/cinema-di-qualita-cantu-lux.html

La Settimana InCom di Alessio Brunialti
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In collaborazione con: Eden Design, Solfo.
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