Sciopero contro la manovra
Fermi bus, scuole e industrie
 

I sindacati comaschi ribadiscono il loro «no» alla riforma Monti e, da lunedì, annunciano una settimana di agitazioni. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato in modo unitario uno sciopero per dopodomani che interesserà il settore privato e riguarderà le ultime tre ore di lavoro.

COMO Manifestazioni, presidi, blocco del trasporto pubblico, a rischio ospedali, poste, scuole. I sindacati comaschi ribadiscono il loro «no» alla riforma Monti e, da lunedì, annunciano una settimana di agitazioni. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato in modo unitario uno sciopero per dopodomani che interesserà il settore privato e riguarderà le ultime tre ore di lavoro. Dalle 10.30 alle 12.30 vi sarà il presidio unitario in via Volta davanti alla prefettura, alle 11.30 i rappresentanti delle tre sigle sindacali incontreranno il prefetto, Michele Tortora.
Giovedì 15 e venerdì 16 si fermano i trasporti pubblici: giovedì i bus extraurbani, venerdì bus urbani, funicolare, treni delle Nord e Trenitalia e i battelli della Navigazione. Infine lunedì 19 dicembre sarà la volta del pubblico impiego, quindi scuola, sanità e poste. In realtà, la volontà dei sindacati era spingere i settori privato e pubblico a incrociare insieme le braccia il 12 dicembre. Ma, poiché nel pubblico occorre un preavviso di 10 giorni, si è dovuto posticipare lo sciopero al 19 dicembre. Intanto, i sindacati hanno già messo nero su bianco le loro proposte di modifica alla legge. Un'insieme di misure di carattere previdenziale e fiscale che, nel caso il governo decidesse di accogliere, potrebbero modificare il calendario degli scioperi.
Attualmente, però, Cgil, Cisl e Uil restano sul piede di guerra.  Così, «dalla lettura della riforma emerge che sono state avanzate misure drastiche senza considerare il quadro complessivo in cui sarebbero andate a inserirsi - ha esordito in conferenza stampa Gerardo Larghi, segretario Cisl - e l'introduzione di bonus che spingono le imprese ad assumere a tempo indeterminato donne e giovani under 35, se da una parte è meritori, dall'altra finisce col lasciare molti quarantenni e cinquantenni senza paracadute».
Non ci ha pensato due volte Alessandro Tarpini, segretario Cgil, a definire «disastrose» le misure messe in campo dal governo tecnico. «Ciò che si preannuncia è una vera patrimoniale sui pensionati al punto che le nostre sedi cominciano a essere prese d'assalto da gente disperata».
Pure Michele Barresi, segretario Uil, ha messo al centro il tema delle pensioni, in particolare l'indicizzazione dei trattamenti pensionistici al costo della vita. «Oggi chi arriva a 41 anni e non ha l'età anagrafica per la pensione non solo deve continuare a lavorare, ma gli spetta una penalizzazione del 2% per ogni anno che intercorre al raggiungimento dell'età».
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