Le regioni si apprestano ad aumentare il bollo auto, il governo ha di nuovo aumentate le accise, in sostanza la manovra è sostenuta in grande parte dagli automobilisti. Ma nelle convocazioni delle parti sociali ante manovra non ci risulta che sia stata convocata l'Aci.
Chi contribuisce a salvare l'euro non è stato nemmeno convocato, ma voi che ogni mattina andate alla pompa dovete essere orgogliosi di essere i salvatori dell'euro.
Propongo di apporre su ogni parabrezza un autoadesivo con scritto «sono un passivo partecipante al salvataggio del Paese e dell'europa». Dobbiamo aver fatto qualcosa ai professori senza che ce ne rendessimo conto, ma le 90.000 auto blu sono salve, i privilegi intangibili.
Francesco Degni
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Ecco un tema al quale la Rete dedica migliaia di siti, zeppi di commenti e sfoghi qui irriferibili. Quando si parla di benzina, la gente s'infuria e con ragione, perché il 70 per cento del costo di un litro di verde è costituito da accise ed imposte alcune delle quali sono semplicemente vergognose. Ecco un fior da fiore: 1,90 lire per la guerra d'Etiopia; 14 per la crisi di Suez del 1956; 10 per il disastro del Vajont del 1963; 10 per l'alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; 99 lire quello del Friuli del 1976; 75 lire per l'Irpinia del 1980; 205 per la missione in Libano del 1983; 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; 0,020 euro per il rinnovo contratto autoferrotranviari 2004.
Il buon senso vorrebbe che al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe venir meno la tassa stessa. Ma in Italia non è così. Anzi, su queste accise (leggi: tasse) viene applicata anche l'Iva, cioè la tassa sulla tassa.
Adesso la manovra del governo Monti cancella le residue speranze degli automobilisti e la benzina si conferma l'arma letale del fisco rapace. Diventeremo mai un Paese normale?
Pier Angelo Marengo
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