Resta di stucco è un Barbatrucco. L'assessore comunale Stefano Molinari non è Barbapapà. Caso mai, tanto per restare nel mondo dei cartoni animati, somiglia di più a Gatto Silvestro, tanto volenteroso quanto maldestro. E in fondo questo lato della sua personalità lo rendeva quasi simpatico, pur tra un moccolo e l'altro per le condizioni della viabilità e del manto stradale comasco.
Prima però del Barbatrucco escogitato per risolvere il problema dell'autosilo di Val Mulini quello che i comaschi si ostinano a non utilizzare perché la sua collocazione, una volta salutato il vecchio Sant'Anna, non è strategica. Hai voglia convincere uno a lasciare lì l'auto, uscire e aspettare l'autobus per farsi portare in centro. Ma quando gli passa? Meglio allora tentare l'approdo diretto a uno dei parcheggi in convalle e lasciare il cilindrone di Val Mulini ad appiattirsi sotto il peso delle spese di manutenzione. Ecco allora la trovata del diabolico Molinari: per rendere appetibile l'autosilo vicino alla Napoleona facciamo diventare indigesti gli altri. In pratica: basta alzare le tariffe delle aree di sosta centrali in modo da scoraggiare gli automobilisti.
Del resto giusto che paghino i comaschi. Lo hanno voluto loro l'autosilo in Val Mulini. Eppure lo sapevano che l'ospedale avrebbe tolto le tende. Ma niente. Che testoni questi comaschi. Forse sì. Mai però come i loro amministratori. Gli artefici dell'autosilo in Val Mulini. Ricordate? Di fronte alle obiezioni di chi paventava lo scenario della cattedrale nel deserto una volta inaugurato il nuovo Sant'Anna, avevano abbozzato il sorrisetto di sufficienza del «ragazzino, lasciaci lavorare».
Intanto, avevano precisato puntuti il sindaco Stefano Bruni e l'assessore Fulvio Caradonna (il predecessore di Molinari), nel vecchio Sant'Anna sorgerà più bella di pria la cittadella sanitaria. E ce ne vorranno di parcheggi, E poi lì è prevista la stazione di interscambio della metropolitana leggera. Hai voglia. Anzi, sarà mica che l'abbiamo fatto troppo piccolo, questo autosilo?
Perché la metropolitana leggera, non bisogna scordarselo, era l'obiettivo del secondo mandato da sindaco di Stefano Bruni. Va dato atto al primo cittadino che la coerenza non gli fa difetto. L'obiettivo del primo mandato era il recupero della Ticosa.
Comunque il mandato sta finendo, gli amici se ne vanno (alcuni se ne sono già andati) e lui rimane lì - l'autosilo fantasma - più solo che mai. Della cittadella sanitaria neanche l'ombra. La metropolitana leggera forse lo è troppo: addirittura impalpabile.
Toccherà alla amministrazione ventura risolvere la grana. E si spera che, chiunque sarà spedito dai comaschi sulla poltrona liberata da Bruni, non applichi il metodo Molinari: un Barbatrucco per far pagare ai cittadini le scempiaggini degli amministratori pubblici.
Siamo in mezzo a un periodo di vacche non magre, ma scheletriche per i bilanci comunali come per quelli delle famiglie. E sarà ancora peggio. Nessuno pensi di salvare i primi facendo saltare i secondi.
Di Barbatrucchi Como non ha bisogno. Di serietà, competenza e onestà sì.
Francesco Angelini
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