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Domenica 18 Dicembre 2011
Le ragazze squillo
«Tutta Como sapeva»
Lo hanno identificato grazie al tabulato delle telefonate ricevute da una delle lucciole di via Carso. E lo hanno convocato in caserma per raccogliere la sua testimonianza. Brianzolo, quarantenne, sposato: è uno dei clienti delle prostitute del residence teatro del blitz dei mesi scorsi da parte della finanza.
COMO Lo hanno identificato grazie al tabulato delle telefonate ricevute da una delle lucciole di via Carso. E lo hanno convocato in caserma per raccogliere la sua testimonianza. Brianzolo, quarantenne, sposato: è uno dei clienti delle prostitute del residence teatro del blitz dei mesi scorsi da parte della finanza.
«Sono entrato nel residence perché cercavo una prestazione sessuale a pagamento - è stato costretto ad ammettere l'uomo - Sono entrato in una stanza, ma la ragazza non mi piaceva. Allora sono andato in un altro appartamento». Come il brianzolo molti altri clienti del postribolo in zona caserme sono stati identificati nel corso dell'inchiesta, alcuni pure convocati in caserma.
I loro verbali sono finiti nel fascicolo sull'inchiesta chiusa nei giorni scorsi dalla Procura, che contesta a sei indagati il reato di favoreggiamento della prostituzione.
Atti giudiziari che raccontano anche le storie di decine di ragazze che, per anni, si sono offerte ai comaschi: «Tutta Como sapeva di quel residence». A raccontarlo agli uomini del nucleo di polizia tributaria è una quarantenne transessuale brasiliana che nei tre mesi vissuti in via Carso ha conosciuto altre colleghe: «Mi ricordo in particolare di una ragazza venezuelana bionda che si faceva chiamare Tiffany e si prostituiva con un'amica bionda di nome Elizabeth. Ci sono stati anche alcuni trans e pure una donna italiana».
Dalle dichiarazioni di decine di ragazze che in via Carso hanno trascorso pochi giorni oppure molti mesi si capisce come non fosse difficile capire cosa avveniva in molti di quegli appartamenti.
Un'idea la dà chiaramente un altro cliente, un trentenne, pure lui brianzolo: «Sì - ammette non senza imbarazzo - mi sono recato nel condominio verso marzo per avere delle prestazioni sessuali a pagamento con una donna. Poi mi sono accorto che non si trattava di una ragazza ma di un transessuale brasiliano. Sono comunque entrato e ho usufruito di un rapporto».
Per anni quel residence è stato un punto di riferimento per moltissime ragazze.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola domenica 18 dicembre
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