Due piloni di cemento armato: il primo segnale di cambiamento di Como. La certezza che, finalmente, uno dei tanti - troppi - sogni nel cassetto di questa città vedrà finalmente la luce.
Si scorgono nel parco di Villa Olmo, passando in auto lungo la via per Cernobbio. Non preludono all'ennesima colata grigia, bensì alla creazione di un polmone verde grande tre volte i giardini a lago. Su quei piloni poggerà, infatti, il ponte di collegamento con il Grumello (proprietà del Sant'Anna) e la Sucota (sede della Fondazione Ratti). Nell'epoca delle reti, appare vincente l'idea (del presidente della Camera di Commercio Paolo De Santis) di mettere per l'appunto "in rete" tre ville storiche del primo bacino del Lario e i rispettivi parchi. Non più dimore nobiliari, non più riservate a pochi privilegiati, ma aperte a tutti De Santis lo ha voluto chiamare "Chilometro della conoscenza", perché la cultura è il filo rosso che lega Villa Olmo (sede delle grandi mostre) con il Grumello (che ospita il centro Volta e di cui si stanno recuperando anche le serre, come laboratorio sul paesaggio, e le scuderie, destinate a foresteria) e la Sucota (dove si è trasferita la Fondazione Ratti con i suoi corsi e i suoi incontri). Si potrebbero sprecare, per questo progetto, definizioni come "centro d'eccellenza" o "fiore all'occhiello" della Como che si prepara all'Expo del 2015. Ci si può sbizzarrire nel dare un significato metaforico al manufatto in costruzione: un ponte verso il futuro, ma anche un ponte che ricollega Como con un glorioso passato, quello delle celebrazioni voltiane del 1927, quando fu realizzata la via per Cernobbio, che in precedenza passava davanti a Villa Olmo, e venne costruito un ponte provvisorio, poi smantellato alla fine della manifestazione.
Una sede prestigiosa per convegni scientifici intrernazionali, non c'è dubbio. Pare già di vederli, canuti professori carichi di premi Nobel aggirarsi per il parco rimirando la bellezza del lago, il monte di Brunate e lo skyline della città. Ma non sarà questo a fare la differenza, a innescare il vero cambiamento. Di ville frequentate da élite mondiali il Lario è pieno. Il "Chilometro della conoscenza" inciderà davvero sul futuro di Como se sarà bazzicato anche da mamme con i passeggini, coppie di fidanzatini in cerca di quel romanticismo che una volta si respirava sul lungolago, atleti e semplici appassionati del jogging che finalmente potranno correre senza respirare catrame.
Alla costruzione del ponte seguirà la creazione di un percorso ciclopedonale. Speriamo, a questo proposito, che il Comune si ricordi di togliere il divieto di accesso con le biciclette posto all'ingresso del parco di Villa Olmo, se no si rischia il paradosso. Poi, nel corso del 2012, verranno recuperati i sentieri e i camminamenti, saranno ripiantumate le aree più degradate e si predisporrà l'illuminazione. Il risultato finale dovrebbe essere qualcosa di simile al campus che non è mai stato realizzato al San Martino: un luogo deputato all'alta cultura immerso in un parco urbano aperto a tutta la cittadinanza. Chilometro della conoscenza circondato da 17 ettari di qualità della vita.
Pietro Berra
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