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Martedì 03 Gennaio 2012
Pensioni, primi reclami
Beffa per 30mila comaschi
Pensioni, il mancato adeguamento all'inflazione per quelle sopra i 1.402 euro mensili - previsto dalla manovra del governo - non è l'unica brutta sorpresa.
Lo denunciano i sindacati, puntando l'indice contro l'aumento dell'addizionale Irpef. Mentre un'altra novità è già finita al centro delle polemiche: l'addio ai pagamenti in contanti per le pensioni superiori a mille euro, dal 7 marzo prossimo; l'Inps sta inviando apposite lettere e i cittadini interessati dovranno comunicare entro febbraio la nuova modalità di riscossione, scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o carta ricaricabile (dovranno comunicarlo all'Inps oppure fare richiesta agli uffici postali o bancari).
La vera beffa, comunque, riguarda l'importo delle "nuove" pensioni. Le cifre e le notizie delle ultime settimane hanno fatto sorgere qualche dubbio a più di un comasco, tanto che ieri i sindacati hanno ricevuto le prime domande sul tema. «Fino a 6.500 euro annui si è esenti dall'addizionale Irpef, in tutti gli altri casi viene applicata - sottolinea Amleto Luraghi, segretario generale Spi Cgil - L'addizionale è aumentata dello 0,33% e quindi incide sulle pensioni. Non abbiamo ancora dei dati precisi, ma certamente si possono creare situazioni in cui la rivalutazione di fatto viene azzerata o quasi. Senza dimenticare il doppio svantaggio per chi supera i 1.402 euro: niente adeguamento al costo della vita per due anni e per di più l'aumento delle tasse».
Sulla stessa linea Alfredo Puglia, segretario generale della Cisl pensionati: «La rivalutazione in base al tasso di inflazione programmata non è reale, perché bisogna calcolare le tasse e si perde quindi una fetta significativa. L'Irpef scatta da febbraio, ma non dimentichiamoci la nuova tassazione sulla casa. Il pensionato che possiede un'abitazione, considerando la revisione degli estimi, va incontro a un'altra stangata».
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